Sulla vicenda dell’Istituto Alberghiero si sono registrate posizioni che hanno alimentato una polemica utile soltanto ad alimentare confusione e disinformazione.
Per questo è importante fare chiarezza sulla vicenda, confutando punto per punto i falsi miti creati al riguardo, sulla base di quanto stabilito dagli esperti dei numerosi Enti che hanno concorso nel lungo e garantista percorso autorizzativo.
“La scuola verrà realizzata in una zona a rischio esondazione”. Non è vero: i tecnici impegnati nei rilievi hanno stabilito che l’area si trova ad una quota superiore di 1 metro alla massima piena del fiume Velino (distante 600mt) con tempi di ritorno di 500 anni. Se mai dovesse verificarsi un’esondazione, gran parte della città a ridosso del fiume si troverebbe sott’acqua, ma non la scuola, che invece resterebbe asciutta. Il fiume Turano, invece, non uscirà dagli argini nemmeno fra cinquecento anni e se lo facesse, al massimo ci saranno 10 cm di acque sulla sponda opposta a quella dell’Alberghiero.
“La scuola si trova in un area a rischio incidente rilevante a causa del deposito liquigas”. Non è vero: la scuola non rientra nella fascia di influenza dello stabilimento della liquigas mentre l’ubicazione del convitto è stata considerata compatibile dal Comitato Tecnico Regionale per la sicurezza antincendio, altrimenti il Comune non avrebbe potuto rilasciare il relativo permesso a costruire. In oltre, la probabilità che si possa verificare un incidente è enormemente più bassa di quella che si verifichi un terremoto come quello che ha colpito l’Abruzzo e ove ciò accadesse sia il convitto che la scuola sarebbero in sicurezza, mentre tutte le altre scuole e gli studenti che vi studiano sarebbero sì in serio pericolo.
“E’ possibile spostare la scuola senza perdere i fondi”. Non è vero: la costruzione dell’Alberghiero ha beneficiato di un finanziamento straordinario attingendo ai fondi regionali per l’edilizia scolastica e questi finanziamenti per loro natura sono vincolati allo scrupoloso rispetto dei tempi di attuazione; non possono essere dislocati a piacimento dagli enti beneficiari, altrimenti vanno a finanziare Amministrazioni altrettanto bisognose ma più efficienti. Le stesse ragioni per le quali l’appalto è stato aggiudicato entro un anno dall’erogazione del finanziamento, come previsto dalle regole, e confidando nell’ accordo istituzionale stipulato tra Provincia e Comune di Rieti, cosa che ha permesso di non perdere i fondi e consente oggi agli studenti e alle loro famiglie di sperare in un futuro migliore piuttosto che rimpiangere l’ennesima occasione mancata.
“Le ricadute economiche sul territorio sarebbero minime”. Non è vero: a parte la singolarità di ritenere irrilevante un finanziamento di 4,5 milioni di euro in un momento di drammatica assenza di risorse, l’appalto è stato vinto da un consorzio di cooperative che lavora da sempre con il coinvolgimento di ditte e fornitori locali. E infine è giusto che la città sappia che per oltre trent’anni la collettività ha foraggiato con ben 500.000 euro l’anno le casse di proprietari di immobili adibiti impropriamente a convitto e dove i ragazzi venivano stipati senza un minimo di rispetto per la loro sicurezza. E che trasformando gli affitti di ieri in leasing, la collettività ha oggi il pieno godimento di un convitto che rispetta tutte le norme di sicurezza abitativa, che ha un valore di 9 milioni di euro, e che sarà di proprietà pubblica alla scadenza del leasing.
In più se la nuova scuola fosse stata costruita ieri, oggi la collettività non pagherebbe altri 250.000 euro di affitti a privati, per la locazione di immobili spesso indecorosi, che non hanno la dignità di scuola. Le polemiche, strumentali a mantenere lo status quo, hanno avuto come unico risultato quello di posticipare la realizzazione di un opera che insieme al convitto rappresenterà il più importante investimento in edilizia scolastica mai realizzato nella provincia di Rieti e, non a caso, a beneficio di una della più prestigiose realtà educative della città.