Nell’aula magna dell’ Istituto di Istruzione Superiore Celestino Rosatelli di Rieti si è svolto l’ultimo incontro di quest’anno del progetto “Dal Risorgimento ai giorni nostri”.
Un progetto che, insieme al liceo classico e all’Istituto “Elena Principessa di Napoli” (scuola capofila), ha condiviso il desiderio di vivere la storia e i valori dell’educazione civica con grande passione ed entusiasmo. Il dovere collettivo della memoria ha condotto i presenti dentro la Shoah, con l’appassionante narrazione dell’onorevole Emanuele Fiano.
Quest’ultimo, attualmente deputato del Partito Democratico, ed in prima linea da sempre, contro i rigurgiti del neofascismo e dell’antisemitismo; con forza, dolcezza, rigore velato da emozioni che dal suo narrare si percepivano, ha coinvolto ed emozionato i ragazzi, gli insegnanti e gli altri presenti, con il racconto doloroso della deportazione del padre e della sua famiglia nei lager.
La triste storia è stata descritta dettagliatamente, nonostante molti aspetti non sono ancora stati chiariti, nel libro intitolato “Il profumo di mio padre. L’eredità di un figlio della Shoah”, con la prefazione affidata alla senatrice Liliana Segre.
L’autore continua ad interrogarsi tutt’oggi su come l’uomo possa arrivare a tante atrocità. È un tentativo di passaggio di una memoria preziosa, indimenticabile, una riflessione attualissima sul male e gli orrori del passato. Nel contempo è un esempio di come si possa trasformare la catastrofe in un messaggio estremamente educativo per le generazioni attuali e future, come è successo con i libri di Liliana Segre e Primo Levi.
Dal racconto di Fiano si evince la commozione per la fuga, la deportazione della sua famiglia, segnata dalla tragedia degli scomparsi, dal dolore e dal ricordo dei vivi.
“Tra Nedo, il padre sopravvissuto ai campi di concentramento ed Emanuele, il figlio politico, viene alla luce un rapporto fatto di silenzi, odori e mistero, tenerezze reciproche e scoperte rivelatorie – commentano dall’Istituto di viale Fassini – Il fare politica ha permesso all’Onorevole di placare la sua rabbia e di non covare la vendetta”.