Questa mattina, venerdi 30 dicembre, nell’aula consiliare del Comune di Rieti il sindaco Simone Petrangeli e il presidente del Consiglio comunale Gian Piero Marroni, hanno conferito al Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione, Giovanni Canzio, la cittadinanza benemerita.
Presenti la famiglia del Primo Presidente, ma anche cittadini che hanno voluto assistere ad un’importante cerimonia di ringraziamento ad un reatino d’adozione, che da molti anni vive a Rieti e che ama questa città.
Giovanni Canzio, durante la cerimonia, ha ricordato le memorie del Magistrato Alberto Calenda caduto sul lavoro e del magistrato mario Amato assassinato dai NAR nel 1989.
“Era una bella magistratura che viveva il suo ruolo, come uomini delle istituzioni a servizio dello Stato. Il ricordo più bello dell’attività professionale? C’era una sorte di collettivo, il piacere della collegialità, giorno dopo giorno si passava da una riunione all’altra, con colleghi con i quali si aprivano tavoli, si discuteva, a volte si condividevano le preoccupazioni. La mia gratitudine è per chi ha compreso che il nostro metodo di lavoro era per l’accertamento della verità. Stamattina esattamente 35 anni fa (1982) sono entrato qui per sposarmi civilmente quando come sindaco c’era Vella. C’erano gli studenti di mia moglie che al tempo insegnava alle medie e i miei figli.” – Ha commentato Canzio.
“La comunità non può perdere i giovani, sono necessarie iniziative serie. Ai tempi Rieti era una città con una grande aspettativa, fremeva, si parlava di università, teatro, della presenza di importanti aziende nel tessuto industriale reatino. Non è destinata a vivere di agricoltura o religiosità, ma i fermenti sono sicuro che ci siano anche oggi. Trovare i percorsi ottimali per dare nuova linfa ai giovani. La chiave di tutta la mia professione? Ho sempre creduto che la nostra vita è fatta di tanti errori, il mio faro è sempre stato uno: rispettare la dignità di chi si ha di fronte, la cifra che rende l’uomo migliore. Non avrei meritato questo attestato se non fossi stato rispettoso dell’altro.” Ha concluso il Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione, dott. Giovanni Canzio, che ha avuto anche un pensiero per Amatrice ed Accumoli, considerate passato e futuro del nostro Paese.
La cittadinanza benemerita è stata assegnata con le seguenti motivazioni: “Insigne magistrato che nel corso di una lunga e brillante carriera ha assunto prestigiosi incarichi professionali culminati con la nomina a Primo Presidente della Corte di Cassazione. Caratterizzato da profondo equilibrio, ha manifestato doti di grande professionalità e levatura morale, ispirandosi ai valori dell’onestà, della legalità e del senso delle Istituzioni. Nel corso della sua attività professionale ha incessantemente incarnato i principi costituzionali dell’Uguaglianza dei cittadini davanti alla Legge, dell’autonomia ed indipendenza dell’Ordine della Magistratura, nel rigoroso riconoscimento del primato della Legge. Il suo impegno e la sua autorevolezza hanno sempre suscitato il vivissimo apprezzamento nell’opinione pubblica contribuendo ad elevare l’immagine della Città di Rieti cui egli è sempre rimasto legato e della quale è un autorevole rappresentante”.