GIORDANI
Il giorno 10 di Marzo, una rappresentante del suo partito sedeva al mio fianco ed ascoltava le norme di legge richiamate dalla Prefettura, e che si possono trovare riassunte (non per Lei che certamente le conosce) sul sito della Prefettura.
In particolare, mi riferisco al "non debbono essere strappati i manifesti affissi regolarmente, né deturpati o coperti con altri manifesti (art. 6 della legge n. 130/75).
Mi sono perciò meravigliato quando in questi giorni ho riscontrato più volte, l’ultima nella serata di Giovedì 18 a Porta D’Arce, che dei suoi manifesti coprono illegalmente quelli della Lista Bonino Pannella che erano regolarmente affissi nello spazio 11 riservato alle liste provinciali.
Lei ha rivestito nel corso della sua carriera importanti incarichi amministrativi ed istituzionali. Sono perciò certo che sia lungi da Lei il voler violare delle norme di legge: la sua intera credibilità ne soffrirebbe; chi si affiderebbe ad un amministratore disonesto?
Come anche non voglio credere che lei sia stato vittima di un furto di manifesti, effettuato al fine di screditarla; come si può accettare che colui cui è stata affidata più volte la cura della cosa pubblica, non sappia badare a dei semplici fogli di carta? Né posso credere, per le stesse ragioni, che lei non abbia il controllo di coloro che lavorano per lei.
Trovo quindi quanto accaduto incomprensibile, e la invito ad aiutarmi a darmene una spiegazione; nel frattempo, la prego di provvedere a che questi episodi non si abbiano a ripetere.
CALABRESE
La giungla dei manifesti purtroppo è cosa nota e certamente non edificante rispetto alla quale contemporaneamente siamo tutti vittime e carnefici. il controllo di chi materialmente fa le affissioni è complicato. personalmente sono già intervenuto per alcune mie affissioni che hanno coperto anche spazi commerciali. parimenti ho subito coperture massicce di altri candidati. continuerò a vigilare per contenere i disagi ma, ovviamente, la perfezione è difficile garantirla.
GIORDANI
Mi sento però di smentirla sul fatto che tutti siamo carnefici, in quanto noi abbiamo solo la parte (non voluta) delle vittime; né abbiamo nessuna intenzione di entrare in questa battaglia, che oltre ad essere illegale è (a mio parere personale) ormai anche controproducente per chi la fa, agli occhi del cittadino.
Nello specifico del problema, francamente non immagino perché sia difficile il controllo di chi materialmente fa le affissioni: ritengo che siano militanti o che siano retribuiti allo scopo, quindi in entrambi i casi dovrebbero essere sensibili alle indicazioni che lei dà loro.
Certo che se sono squadre retribuite, avranno tutto l’interesse a scatenare la guerra; ma sta a lei scegliere collaboratori onesti e che seguano le sue indicazioni; se questo vale per l’amministrazione, perché non deve valere nella propaganda per accedere all’amministrazione?
Per finire, avrei sperato almeno che promettesse un miglioramento, più che una continuazione, della vigilanza.