Il consiglio dei Ministri ha esaminato e impugnato la Legge Regione Lazio n. 5 del 04/04/2014, “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”, la legge di iniziativa popolare sull’acqua pubblica che tanti cittadini e amministrazioni avevano sottoscritto e che era divenuta realtà lo scorso aprile, fortemente voluta dalla maggioranza della Regione Lazio e votata all’unanimità in Consiglio Regionale.
“La scelta del governo di impugnare la legge regionale del Lazio sull’acqua è un atto grave e preoccupante. Si tratta – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – di un grave errore da parte del governo che va in direzione opposta a quanto votato in modo inequivocabile dalla maggioranza degli italiani nel referendum del giugno 2011.
Non solo, è un ulteriore atto che si pone lungo una strada che il governo sta imboccando assolutamente contraria agli interessi strategici del paese: il decreto spalma-incentivi con cui si vogliono penalizzare ulteriormente le fonti rinnovabili, il tentativo di rilanciare le trivellazioni di petrolio e l’inspiegabile cambio di strategia sul futuro dell’Ilva, sono alcuni dei segnali preoccupanti che stiamo registrando. L’Italia ha sicuramente bisogno di cambiare direzione e velocità di marcia rispetto al passato, ma le azioni messe in campo finora dall’esecutivo vanno nella direzione opposta a quanto serve al Paese.”
L’associazione ambientalista nel Lazio ha promosso la legge e sostenuto il suo iter nell’aula del consiglio regionale e dopo i 2.485.334 di voti per l’acqua pubblica nei referendum del 12 e 13 giugno 2011, sono state ben 37.000 le persone e 40 i comuni che hanno firmato la legge di iniziativa popolare, poi approvata.
“L’acqua è un bene comune ed un percorso straordinario di democrazia e partecipazione iniziato con i referendum, – commenta Roberto Scacchi direttore di Legambiente Lazio – proseguito con centinaia di volontari coinvolti in tutta la regione ed una legge di iniziativa popolare approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale del Lazio, non va calpestato per rispetto della democrazia.
L’acqua è pubblica e diritto universale, nel Lazio è stato deciso e nessuno può più mettere in dubbio la scelta dei cittadini della nostra regione così fortemente dimostrata e reiterata. Sarebbe assurdo lo stop del governo nazionale allo straordinario passo in avanti della Regione Lazio verso l’applicazione dei referendum.”