Le Capore – Peschiera; 400 milioni di metri cubi di acqua di prima qualità che ogni anno vanno alla Capitale. Molti i vincoli che il territorio reatino deve osservare al giusto fine di preservare e tutelare il secondo bacino idropotabile d’Europa. Irrisolta a tutt’oggi la vertenza sul “ristoro” economico che il gestore romano delle nostre Sorgenti, Acea Ato 2 Spa deve erogare alla provincia sabina. Un’altra premessa va ricordata; la delibera regionale del 2006 che prevedeva un indennizzo per Rieti di 8 milioni di euro fino al 2036 e un pregresso che oggi è arrivato a circa 80 milioni di euro è rimasta lettera morta.
Cosa è successo dal 2006 ad oggi? Nulla sul piano politico, se escludiamo poche lettere di invito e stimolo inoltrate a Roma dall’allora Presidente Melilli a risolvere positivamente la questione. Nessun riscontro nemmeno a quell’annuncio trionfale del lontano aprile 2012 dell’allora Presidente di ATO 3, Fabio Melilli, che definiva il 17 aprile 2012 “giornata storica per Rieti” visto che Roma, nella persona del Presidente ATO 2, Nicola Zingaretti, aveva riconosciuto l’indennizzo a nostro favore. Da allora un solo fatto obiettivo; la messa in mora della G.d.F. inoltrata nel dicembre 2011 all’allora Presidente di ATO 2, On Zingaretti, oggi Presidente della Regione Lazio; messa in mora sul pagamento da parte del gestore romano Acea Ato 2 Spa di 73 milioni di euro a favore di ATO 3.
A ciò si aggiunge, come fatto negativo, già anticipato alcuni giorni fa da Antonio Boncompagni (nella foto) dell’associazione Codici, la Delibera regionale n°40 proposta dall’Assessore Refrigeri e approvata il 27 gennaio 2014; l’art. 4 che prevede di “procedere all’individuazione di un unico ambito regionale”.
Tradotto diventeremo un Ato unico e di conseguenza non avrà più senso parlare o pretendere un ristoro economico, visto che Rieti e Roma saranno come una stessa entità. Una scelta penalizzante che mortifica per l’ennesima volta il nostro territorio già martoriato oltre modo dalla attuale e feroce crisi economica, sociale e lavorativa; una scelta che accentra ogni facoltà programmatoria e decisionale nella Capitale.
E allora dopo questa rapida e sintetica panoramica tre le domande che rivolgiamo alle Istituzioni; domande non più rinviabili se non si vuole assistere inerti all’ennesima “occasione persa” per la collettività locale.
La prima al Presidente Zingaretti; la delibera Refrigeri n°40 del gennaio 2014 che azzera ogni possibilità di indennizzo da parte del gestore romano Acea Ato 2 Spa al territorio reatino, è atto “irrevocabile”? Noi si sarà costretti a inoltrare un ricorso al TAR Lazio? E ancora, per quali motivi la Regione Lazio è l’unica regione italiana che pensa di realizzare un Ato unico regionale, mortificando le singole realtà provinciali e locali?
La seconda al Commissario Prefettizio della Provincia di Rieti, Dr Felici; quale azione giudiziale ha avviato il Commissario della Provincia di Rieti per vedere soddisfatti gli obblighi deliberati nel lontano 2006 dalla Regione Lazio a favore di Ato 3? “Azione giudiziale” che il Dr Felici anticipava nel lontano agosto 2013 al Presidente Zingaretti e all’Ass. Refrigeri, su preciso mandato conferito dalla Conferenza dei Sindaci Ato3. La domanda e d’obbligo perché non vorremmo assistere inerti da un lato all’annullamento dei diritti di indennizzo, previsti dalla legge Galli, e dall’altro, ad essere condannati a continuare a pagare le derivazioni d’ambito extraregionali, vedi ex Casmez.
La terza al Sindaco Petrangeli; come mai a tutt’oggi il Consiglio comunale di Rieti non ha ancora ratificato lo “statuto di società completamente pubblica cui affidare il servizio idrico dei Comuni Ato3”? Eppure si ricorda che la precedente consiliatura, Sindaco Emili, aveva gà espresso parere unanime e favorevole all’interno delle due Commissioni consiliari preposte. Una scelta politica questa del “non discutere” della questione che va in conflitto con quanto dichiarava il Consigliere di opposizione Petrangeli nel lontano 2009 “ … dobbiamo perseguire la scelta fatta dai Sindaci Ato 3 che hanno scelto la gestione pubblica e farlo in fretta, affidando alla società pubblica costituenda il servizio idrico entro la fine dell’anno …”; Sindaco, correva l’anno 2009! Sante parole oggi più che mai visto che affidare subito il servizio idrico di ATO 3 a Società completamente pubblica, composta solo dai Comuni reatini, “è l’unica via” sia per far sopravvivere nostro territorio, nell’ipotesi che la delibera Refrigeri non venga rivista, sia per non tradire il principio condiviso dai più che “l’acqua è un bene pubblico”.