Dopo la straordinaria vittoria referendaria di giugno 2011, dopo un percorso durato due anni che ha intrecciato le esperienze dei comitati e di numerosi comuni del Lazio, dopo 12 mesi di pressioni sul Governo Regionale, oggi, 17 marzo, è stata approvata all’unanimità la proposta di Legge popolare n°31, per la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico nella Regione Lazio.
Una legge che recepisce i risultati referendari, a partire dalla definizione di servizio idrico come servizio di interesse generale da gestire senza finalità di lucro, fino al fondo stanziato per incoraggiare la ripubblicizzazione delle gestioni in essere. Una legge che rimette al centro finalmente gli enti locali, delineando gli ambiti territoriali ottimali sulla base dei bacini idrografici e dando la possibilità ai comuni di organizzarsi in consorzi e di affidare il servizio anche ad enti di diritto pubblico, tutelando al contempo la partecipazione delle comunità locali nella gestione di questo bene fondamentale, anche rispetto alle generazioni future.
“L’approvazione in Consiglio Regionale della legge sull’acqua pubblica è innanzitutto una vittoria per i cittadini a seguito dell’esito referendario – dichiara Roberto Scacchi, direttore di Legambiente Lazio-. Con questa legge il Lazio diventa la prima regione d’Italia che sancisce in maniera inequivocabile che l’acqua è un bene pubblico inalienabile la cui gestione deve essere ri-pubblicizzata.
“È arrivata finalmente una risposta chiara nel Lazio – continua Legambiente Lazio – nel rispetto della volontà dei 37.000 cittadini e i 40 comuni che hanno firmato la legge di iniziativa popolare presentata dal movimento per l’acqua pubblica. Una gestione pubblica del servizio idrico integrato e l’abolizione della remunerazione del capitale investito nella tariffa garantiscono un diritto fondamentale per tutti i cittadini, la tutela di un bene comune indispensabile. La buona qualità del servizio è imprescindibile per una risorsa primaria senza la quale è impossibile vivere”.
“Un successo totale a due anni dalla volontà espressa in maniera così netta anche da 2.485.334 cittadini laziali nel referendum. Fondamentale è stato il lavoro del comitato regionale per l’acqua pubblica formato da tante realtà associative e territoriali compresa Legambiente e tanti comuni piccoli e grandi, capaci insieme di far realizzare un sogno che sembrava irraggiungibile; il nostro apprezzamento va a quanti in consiglio regionale hanno lavorato e si sono battuti per questo enorme risultato. La legge indica chiaramente che nel Lazio l’acqua è un bene inalienabile e per l’associazione ambientalista, questa vittoria di tutti i cittadini deve produrre il blocco immediato dei distacchi dell’erogazione per morosità e la risoluzione rapida di ogni problematica legata alla qualità, per i tanti cittadini con i rubinetti chiusi a causa del scarsità della risorsa o della presenza di arsenico”.
Anche il Movimento civico “Rieti Virtuosa” annuncia con soddisfazione l’approvazione da parte del Consiglio regionale del Lazio della prima legge in Italia per la gestione pubblica e partecipata dell’acqua presentata da cittadini e Comuni.
“Come primi firmatari di questa proposta di legge nell’aprile 2012, ringraziamo tutti i cittadini e le associazioni che hanno costituito il Comitato promotore locale contribuendo alla raccolta delle firme, nonché i 12 Comuni della Sabina che hanno consentito che la legge approdasse alla discussione.
Ora grazie all’articolo 5 di questa legge, dovrà essere rilasciata la concessione delle sorgenti Peschiera-Le Capore all’Autorità costituita tra i Comuni ricadenti nei bacini idrografici che insistono sul territorio della provincia di Rieti”.
“Inoltre, grazie al fondo per la ripubblicizzazione, sarà ancora più facile approvare da parte del Consiglio comunale di Rieti la nostra delibera di iniziativa popolare firmata da oltre 800 cittadini del capoluogo sulla trasformazione in azienda speciale pubblica di Asm e Sogea che sarà presentata alla Commissione Bilancio”.