“Nel 2003, l’allora Amministrazione Comunale stipulò con Acea Spa una convenzione per regolare i rapporti tra i due Enti, in base a un disciplinare del ministero che obbligava la utility ad elaborare apposite convenzioni con i Comuni di Cittaducale e Casaprota, prima del rinnovo della concessione per la captazione dell’acqua delle sorgenti. In quel contesto, il Comune inserì anche la vendita ad Acea di circa 30 ettari di terreno, sui quali insistono le sorgenti, con la motivazione della salvaguardia delle stesse. Un atto che, a mio avviso, fu semplicemente un favore alla utility romana.
L’accordo fu approvato in Consiglio comunale e personalmente manifestai una netta contrarietà, riuscendo a raccogliere circa 800 firme per un referendum cittadino che però non ci fu concesso a causa – si disse all’epoca – della mancanza di un regolamento di attuazione. Da quel momento ho sempre promesso che, se un giorno avessi avuto il potere di farlo, avrei combattuto per fare in modo che la Comunità di Cittaducale potesse riappropriarsi di un bene che non poteva essere venduto. Quel terreno, infatti, era patrimonio indisponibile, demaniale e gravato da uso civico.
Tutti lo sapevano, in particolare Acea e Comune di Cittaducale, ai quali il sottoscritto inviò una serie di raccomandate con l’invito a non stipulare l’atto di compravendita. Appelli che, purtroppo, non vennero ascoltati. Grazie all’Associazione CODICI – di cui facevo parte – si decise quindi di impugnare l’atto di vendita di fronte alla Magistratura ordinaria che decise per la sospensione in attesa del pronunciamento del Commissario per gli usi civici, al quale nel frattempo ci eravamo rivolti per i profili di sua competenza. Nel 2010, il Commissario sancì la nullità dell’atto di vendita ad Acea ma sia la società che la precedente Amministrazione Comunale impugnarono la decisione e la Cassazione, esclusivamente per un vizio di forma, rinviò il procedimento in primo grado.
Nel frattempo, Antonio Boncompagni, da cittadino civitese, ha proposto istanza di riassunzione di fronte al Commissario per gli usi civici e il Comune di Cittaducale ha deciso di costituirsi in maniera indipendente nel procedimento. Oggi dunque, grazie alla nostra Amministrazione, Cittaducale chiede che quel terreno torni ad essere di proprietà di tutti i cittadini e che l’atto di vendita si trasformi in un contratto di affitto. Ho sempre detto che questa giusta battaglia l’avrei portata avanti per il bene dell’intera comunità ed ora che ho l’onore di rappresentare i cittadini di Cittaducale sto cercando in ogni modo di mantenere l’impegno: il terreno delle sorgenti è della comunità e alla comunità deve tornare”.
E’ quanto dichiara il Sindaco di Cittaducale, Roberto Ermini (nella foto).