ACCORPAMENTO PROVINCE, OGGI AL VESPASIANO IL CONSIGLIO COMUNALE

Questo pomeriggio, di scena al teatro Flavio Vespasiano, il consiglio comunale di Rieti, indetto dal Sindaco Petrangeli, in vista dell’imminente accorpamento della nostra Provincia con quella di Viterbo.

Ad introdurre i lavori proprio il Sindaco di Rieti: “36 province su 100 verranno cancellate, il processo sarà lungo e difficile. Gli enti dapprima commissariati, poi accorpati, per arrivare infine al voto, un voto di secondo grado, dove saranno i consiglieri comunali ad eleggere i rappresentanti della nuova provincia”.
“Il provvedimento contribuisce a delegittimare gli enti locali – continua il Sindaco Petrangeli – convocare questa task force ad iniziativa pubblica, vuole unire la nostra provincia, gli enti locali dovranno lavorare in sintonia. Un confronto pubblico per scegliere insieme come contrastare questo iter legislativo e successivamente governare e guidare l’accorpamento con Viterbo. Dobbiamo difendere l’unità della nostra provincia, prima e dopo l’accorpamento. Fondamentale sarà la contrattazione per far rimanere nel nostro territorio gli uffici pubblici, che rischiano di essere trasferiti altrove.
“La proposta che il comune di Rieti fa in questa assemblea – conclude Petrangeli – è di costituire un coordinamento unitario, che veda al suo interno i rappresentati dei territori, i sindacati e i comitati dei cittadini, per condurre una battaglia di salvaguardia del territorio e guidi il processo d’accorpamento con Viterbo. Il comitato lavorerà in maniera collettiva per ricucire il territorio provinciale e sventare un possibile arretramento dei livelli occupazionali”.
Ad intervenire anche il Presidente della Provincia di Rieti Fabio Melilli: “l’accorpamento delle province è un tema che riguarda tutta la collettività, ormai ci si avvia alla conclusione di un percorso che nasce da molto lontano, in passato il Governo ha tagliato i fondi alle province, oggi le vuole cancellare”.
“Si è arrivati ad una soluzione di mezzo – continua Melilli – un’operazione di accorpamento in un modo inusuale, a due parametri. Solo una questione di numeri, salva le province più grandi e condanna le province più piccole. Da un lato le città metropolitane nascono e si ingrandiscono, le province più grandi restano mentre le province più piccole vengono eliminate, tagliando i collegamenti con i piccoli comuni”.
“Venerdì mattina – continua il presidente della Provincia di Rieti – incontreremo il Ministro dell’interno e della Funzione Pubblica, lunedì o martedì prossimo, il consiglio dei Ministri scioglierà le province per portarle alle elezioni a giugno, nelle quali saranno i consiglieri comunali a votare per eleggere i consiglieri provinciali”.
“Il problema non è solo la Provincia come istituzione, ma bisognerà salvaguardare i dipendenti, – conclude Melilli – non si è capito che la scomparsa della provincia tocca il modo di essere di un paese, ristruttura la vita cittadina, cambieranno le graduatorie della scuola, non ci saranno più i sindacati provinciali, bisognerà costruire il rapporto con altre realtà”.

“Il Governo dei tecnici ha ristabilito una delle cose più inadatte della politica italiana: l’elezione di secondo grado, le province diventeranno grandi comunità montane – è’ quanto affermato da Antonio Cicchetti nel suo intervento – abbiamo perso il bene dell’intelletto, la classe politica ha fatto un passo indietro, va censurato il modo in cui questo Governo sta lavorando. Si mantengono le regioni, che sono la vera piaga nazionale e si cancellano le Province. Bisogna ritornare ad un Governo politico, non possiamo rimanere in mano ai tecnici, solo allora le province potranno affidare le loro speranze ad un Governo che riveda le realtà locali. Se c’era un accorpamento da fare la riforma avrebbe dovuto accorpare le regioni e mantenere le province, tra l’altro non c’è paragone tra il costo di un consigliere regionale e quello di un consigliere provinciale. Puntiamo alla nascita di un governo politico, e sfoltiamo l’articolazione dello Stato, oggi l’apparato non è solo costoso ma è lento, non si è più capaci di correre e non vedo perché dovremmo tornare addirittura alle elezioni di secondo grado”.
“Tentiamo, intanto – conclude Cicchetti – di stringere una collaborazione con la comunità di Viterbo, sperando di evitare l’accorpamento con l’avvento di un Governo politico. Bene questa convocazione, anche se non si riscontra una grande partecipazione dei rappresentanti locali”.