“Invece di sciogliere immediatamente le migliaia di enti di II livello governati da soggetti nominati dalla politica e non eletti dai cittadini, realizzando così da subito 2 miliardi di euro di risparmi, il Governo sceglie di rifugiarsi nell’“effetto annuncio” dichiarando di eliminare tutte le Province con una norma costituzionale.
Il tutto viene condito con una frase misteriosa per la quale le Regioni avranno un potere ordinamentale che consentirà loro di organizzare sul territorio le funzioni amministrative. Si apre così la strada a nuove Agenzie e nuove Società che gestiranno le funzioni delle Province con nuovi Consigli di Amministrazione, Amministratori delegati e Direttori generali; tutto ciò in nome di una battaglia contro i costi della politica che vengono confusi con i costi della democrazia e della istituzioni.
Siamo curiosi leggere il testo della riforma costituzionale che dovrà modificare gli articoli 114, 115, 116 (a meno che non si vogliano far sopravvivere le Province autonome di Trento e di Bolzano), 117, 118, 119, 120, 132 e 133, in pratica quasi tutto il Titolo V della Costituzione.
Restiamo in attesa che qualcuno ci spieghi come verranno riorganizzati sul territorio nazionale gli uffici statali e se assisteremo alla scomparsa dello Stato in 90 capoluoghi o alla sua moltiplicazione in città che pur non essendo capoluogo, per la loro importanza, ne rivendicheranno la presenza”.