Grandissimo evento quello del 1 marzo presso l’Auditorium Varrone alle 17. Due grandi, notissimi scrittori e arrampicatori, saranno ospiti attesi di Montagne nel cuore, gli appuntamenti culturali curati dal Cai con il patrocinio del Comune di Rieti e della Fondazione Varrone. Sono due personaggi scomodi, che dicono ancora in modo molto chiaro e forte quello che pensano, cogliendo dritto verità, immagini e sensazioni che non sappiamo dire: sulla vita e la morte, sulla natura, sull’attualità e la politica, sui boschi e le montagne. Sono amici da tempo, nati nello stesso anno e con un destino che li ha accomunati, pur venendo uno dal Nord – Corona -, l’altro dal Sud – De Luca -. Li incontreremo proprio nel Centro d’Italia per parlare di alberi. Un tema antico, ma di grande attualità e che riguarda Alpi e Appennini.
Il Terminillo, per esempio, su cui puntano i nuovi progetti di sviluppo basati sull’ampliamento del bacino sciistico, conserva in certe zone importantissime faggete vetuste da tutelare, poiché, proprio quegli alberi, unici e vecchissimi, studiati dall’Università della Tuscia, sono stati dichiarati seconda stazione più meridionale dell’emisfero boreale dopo l’Abruzzo. Erri e Mauro: una vita alle spalle fatta di privazione, fatica, impegno, sacrificio e lavoro. Una vita fatta in “levare”, di frugalità, di non necessità di tanto superfluo, una vita costruita sull’apprezzamento dell’essenziale considerato un valore, anche dopo il successo letterario, artistico e mediatico.
Entrambi conservano un’assoluta purezza, e necessità di contatto fisico, di corpo e di materia con le montagne, con la parete di roccia. A suggello di questa purezza, l’immersione nella natura e nella solitudine è diventata per entrambi stile di vita. Mauro Corona è nato ad Erto, nel Parco delle Dolomiti friulane, ed è scampato alla tragedia del Vajont che 51 anni fa fece oltre 2000 morti. Erri de Luca a diciotto anni se n’è andato da Napoli, dove è nato. Mantiene impresso negli occhi il colore del mar Tirreno, nella pelle il vento che gli solca la faccia, nei piedi la libertà, tanto che gli piace arrampicare scalzo.
Da giovane Corona – un ribelle sensibile e ostinato che faticava a stare nelle regole delle scuole e del servizio militare – ha lavorato come manovale, cavatore, scalpellino, poi finalmente è diventato uno dei più importanti scultori lignei d’Europa e dal 1997 scrittore affermato e di successo in Italia e all’estero. Come alpinista ha aperto molte vie di roccia, ha attrezzato le falesie di Erto e Casso, meta oggi di climbers internazionali, e ha scalato in Groenlandia e in California.
Erri de Luca da giovane è stato operaio a Torino, Napoli, in Francia, a Milano, a Catania e a Roma. Dopo anni di militanza politica, in Africa ha lavorato in un villaggio della Tanzania come volontario. Durante la guerra scoppiata nei territori della ex-Jugoslavia è stato autista di convogli umanitari destinati ai profughi di tutte le parti in guerra. Nella primavera del ’99 durante i bombardamenti Nato sulla Serbia è a Belgrado per stare vicino alla popolazione. Grandissimo scrittore tradotto in molte lingue e amato soprattutto in Francia, da autodidatta ha imparato diverse lingue per leggere testi in originale e dall’Ebraico Antico ha tradotto alcuni libri della scrittura sacra.