Da giovedì 12 a domenica 15 torna il "Rieti Guitar Festival"

Da giovedì 12 a domenica 15 torna il Rieti Guitar Festival, giunto alla settima edizione. L’edizione di quest’anno, i cui concerti gratuiti si svolgeranno tra Auditorium Varrone (da giovedì a sabato) e teatro Flavio Vespasiano (domenica), e durante la quale come sempre si terranno le masterclass per studenti svolte dai musicisti in cartellone, spazierà più che in passato su altri strumenti e stili musicali.
Giovedì 12 (ore 21, Varrone) i maestri Danilo Santilli, Sandro Sacco, Federico Scalas, Giorgio Nottoli e Lorenzo Pagliei daranno vita a una performance in cui sperimentazione e musica elettronica saranno protagoniste per stimolare l’attenzione degli ascoltatori, coinvolgere al massimo giovani: musicisti e non, e dimostrare al tempo stesso come tali generi possano essere meno ostici di quanto si possa ritenere.
Venerdì 13 (ore 21, Varrone) spazio a liuto, strumenti a corde e musica tradizionale grazie a Raffaello Simeoni, seguito dal fisarmonicista Pietro Adragna: uno tra i migliori solisti al mondo di questo strumento, quattro volte campione del mondo, che annovera numerose collaborazioni con artisti di vario genere tra musica pop (Antonella Ruggiero, Fabio Concato), jazz (Richard Smith, Francesco Cafiso) e altre contaminazioni stilistiche. Con lui il riconosciuto virtuosismo tecnico si unisce a temperamento e fuoco mediterraneo per dar vita a esiti esplosivi.
Sabato 14 (ore 21, Varrone) atteso ritorno del chitarrista Francesco Buzzurro, poliedrico musicista capace di spaziare tra più stili, non a caso si parla di chitarra crossover (jazz, folk, latin, manouche, pop) riferendosi al suo stile caratterizzato da una tecnica di altissimo livello.
Domenica 15 (ore 18, teatro Flavio Vespasiano), senza nulla togliere agli artisti esibitisi in precedenza, si terrà un vero e proprio concerto evento di musica classica indiana del maestro Hariprasad Chaurasia. Il Maestro ha ottenuto i più alti riconoscimenti sia in India che nel resto del mondo, é considerato tra i massimi artisti classici indiani e nel panorama internazionale tra i più grandi musicisti di flauto. La sua ricerca del suono puro nella prospettiva del sacro incontrerà la spiritualità della Valle Santa, da cui scaturiranno rese interpretative uniche ed irripetibili, data l’elevata sostanza d’improvvisazione che si sprigionerà muovendo dai raga – schemi classici indiani, per dar vita – ogni volta – a concerti unici ed irripetibili. In occidente questo genere musicale viene equivocato spesso come musica folkloristica ma in realtà ascoltare Chaurasia, che suona il tipico flauto bansuri, equivale ad ascoltare un concerto di Riccardo Muti, Salvatore Accardo o Maurizio Pollini. Per chi è un po’ più dentro alla musica Chaurasia, per il flauto bansuri, è l’equivalente di ciò che è stato per il sitar Ravi Shankar: il maestro che iniziò George Harrison e i Beatles alla musica indiana. Tra l’altro anche Hariprasad Chaurasia (79 anni) ha suonato nel 1968 in un brano dei Beatles: the Inner light, lato B del 45 giri di Lady Madonna. E come Ravi Shankar, anche Hariprasad Chaurasia vanta collaborazioni con grandissimi musicisti occidentali come il chitarrista John McLaughlin, il sassofonista Jan Garbarek, il violinista Yehudi Menuhin e altri ancora. Si tratta dunque di un avvenimento unico e imperdibile. Ad accompagnare il maestro: il percussionista Subhankar Banerjee, Aura Rascon, e Nicolò Melocchi.
I biglietti gratuiti per il concerto di Hariprasad Chaurasia si possono prenotare on-line sul sito del Festival (www.rietiguitarfestival.com) e domenica al botteghino del teatro Flavio Vespasiano dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 17.30.