CHIUSURA REPARTO CELLE FOTOVOLTAICHE, LA REPLICA DI FIM-FIOM-UILM e RSU SOLSONICA

Solsonica Rieti

Siamo rimasti stupiti nel leggere su alcuni quotidiani locali  il comunicato stampa della Solsonica in risposta a quello delle OOSS e della RSU Solsonica che si limitavano a riportare quanto dichiarato dall’A.D. Ing. Paolo Mutti durante l’incontro tenutosi il 12 c.m. presso Unindustria Rieti.

Alcune considerazioni sono dovute:
Aver chiuso un reparto, quello della produzione di celle fotovoltaiche, sia pure per un periodo temporaneo, ha comunque generato una perdita di posti di lavoro siano essi anche a tempo determinato. Ricordiamo per l’appunto che l’azienda ha in forza 24 interinali ai quali alla scadenza non riconfermerà il contratto e ne avrebbe dovuti assumere qualche decina di unità.

Avremmo dovuto dare riscontro alla cassa integrazione guadagni ordinaria solo nel caso l’azienda avesse richiesto la chiusura in anticipo o prolungato i tempi. Così invece non è stato, essa è terminata l’8 maggio come inizialmente richiesto dall’azienda e concordata con le OOSS. Sembrerebbe quasi che dispiaccia all’azienda aver rispettato l’accordo sui tempi; forse avrebbe avuto piacere ad allungare il periodo di CIGO ? 

Si legge inoltre nel comunicato aziendale che la decisione di chiudere temporaneamente il reparto celle è scaturita anche dagli  inevitabili ritardi legati agli approvvigionamenti di materie prime.  Non menziona invece la motivazione ufficiale fornita dall’azienda  durante l’incontro del 12 c.m. in Unindustria per cui le celle conviene acquistarle e non produrle vista la debolezza del dollaro rispetto all’euro.  Infatti le celle si acquistano sul mercato asiatico in dollari mentre la materia prima  (wafer) per la produzione delle celle nel sito reatino si acquista in euro. Come mai questo particolare non viene riportato affatto nel comunicato?

A tal proposito ci permettiamo di ribadire tutta la nostra preoccupazione.

Altro punto preoccupante viene esplicitato dall’azienda  nel penultimo  paragrafo del comunicato quando dichiara che l’intera industria del fotovoltaico si trova oggi, a solo tre anni dallo start-up, a fare i conti con uno scenario radicalmente diverso da quello che ha costituito le premesse per la nascita dei piani di sviluppo industriali della nostra società. E giù motivazioni quali concorrenza Asiatica, pressione sui prezzi ….

Non vorremmo  si stia già pensando di individuare altri siti, chiaramente fuori dal territorio nazionale, dove produrre a costi più bassi lasciando in Italia una realtà commerciale ( guardasi Solsonica Energia Srl).

A tal proposito, per evitare polemiche spiacevoli, punti di vista unilaterali, improduttivi (magari basati su una memoria volutamente troppo corta) sarà utile per tutti ribadire alcuni punti, a nostro avviso fondamentali:

Solsonica (ex EEMS, ex MSI, ex Texas) è un patrimonio del nostro territorio che deve assolutamente essere mantenuto e sviluppato.

Lavoratori e sindacato, difendendo i posti di lavoro, si sono – nello stesso tempo – impegnati per contribuire a valorizzare una delle realtà produttive più importati non solo per il Lazio ma per l’intero territorio nazionale, da sempre:

sia quando si “facevano” le memorie, alla produzione dei pannelli solari di oggi;

sia quando si sosteneva lo sviluppo dello stabilimento di Cittaducale anche inserendolo in “contratti di programma” che prevedevano gli incentivi in altri territori;

sia quando si tentava di convincere Governo ed Istituzioni nell’importanza nazionale delle produzioni di Colle Puzzaro;

sia quando si contrattava il massimo utilizzo degli impianti con accordi tanto innovativi quanto sofferti e basati tanto sull’impegno fondamentale dei lavoratori quanto su una etica complessiva e positiva.

Ed è stato importantissimo il ruolo degli imprenditori e degli amministratori che si sono avvicendati nella gestione della proprietà del terreno e dello stabilimento di Cittaducale, ma non si può certamente dimenticare – anche in questo settore – l’impegno dei dipendenti che hanno sostenuto con le proprie liquidazioni il mantenimento di questa realtà produttiva.

Oggi non possiamo quindi che ribadire il consueto impegno, la piena e convinta disponibilità dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali a fare ogni sforzo per sviluppare ed ampliare questa realtà produttiva così importante non solo per Rieti o per la Regione Lazio. Siamo consapevoli che con la difesa dei posti di lavoro a Rieti si difendono nello stesso tempo produzioni necessarie ed importanti per tutto il Paese.

Quindi ribadiamo ancora una volta l’appello a tutte le istituzioni locali, regionali e nazionali  affinchè – finalmente  – si arrivi a realizzare anche in questo territorio un sistema di convenienze indispensabile allo sviluppo.