Smantellata un’associazione per delinquere, attiva tra le province di Pescara, Chieti e Rieti, dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, allo sfruttamento della prostituzione e allo spaccio di droga. Giovani donne, soprattutto cubane, venivano reclutate come ballerine, ma in realtà venivano avviate alla prostituzione in alcuni night club che, per tale motivo, sono stati sottoposti a sequestro preventivo.
Nell’ambito dell’operazione denominata “CUBA LIBRE”, scattata al termine di una complessa attività di indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Pescara e conclusasi all’alba di questa mattina con l’esecuzione di 18 misure cautelari, la Squadra Mobile di Rieti ha tratto in arresto Emilio Cicerone, di Borgorose, del 1938, gestore del night club “El Patio” per i reati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e induzione e favoreggiamento della prostituzione sottoponendo contestualmente il locale a sequestro preventivo.
Lo stesso è stato riconosciuto come facente parte di un’associazione criminale, capeggiata dal cittadino cubano Morejon Omar, dedita, tramite impresari italiani e stranieri, al reclutamento all’estero di giovani donne, prevalentemente cubane che, dopo essere state illuse circa la possibilità di ottenere un regolare lavoro in Italia, venivano invece avviate al mercato della prostituzione, in particolare all’interno di alcuni locali notturni.
Nel corso delle indagini è emerso chiaramente che essenzialmente due sono state le tecniche utilizzate dall’organizzazione per far entrare e per favorire la permanenza illegale nel territorio dello Stato di diverse ragazze straniere da impiegare nei locali notturni: l’utilizzo dello strumento del matrimonio fittizio e l“improprio” utilizzo dello strumento del permesso di soggiorno per motivi di contratto artistico (la cui durata non può essere superiore a tre mesi).
Cicerone, in particolare, responsabile del locale El Patio, è stato arrestato in quanto apparso quale stretto collaboratore e diretto interlocutore del Morejon, in relazione a tutte le più importanti vicende dell’associazione.
Inoltre, lo stesso, dava disposizioni sui giorni liberi delle donne, controllandole costantemente nel corso della loro attività di intrattenitrici, inducendole (ed obbligandole) ad uscire a cena con i clienti anche per intrattenere rapporti sessuali o, comunque, per compiere e tollerare altri atti sessuali, incassando i proventi delle conseguenti prestazioni sessuali che erano indotte e costrette ad effettuare.
“E’ un’operazione importante contro un reato odioso che riguarda lo sfruttamento di esseri umani” ha dichiarato il Questore Carlo Casini, che ha dato merito alla Questura di Pescara, da dove è partita l’indagine, di avere svolto un ottimo lavoro a cui è stata offerta la massima collaborazione per la parte relativa a Rieti.