“Le bugie hanno le gambe corte e tutti gli slogan vuoti – pronunciati da Regione e Acea negli anni – sul ristoro dell’acqua potabile del Peschiera-Le Capore sono ormai smentiti dalla realtà. Il Reatino invia milioni di metri cubi di acqua purissima alla Capitale e in cambio riceve solo tasse, tagli alla sanità, tagli all’università, tagli al Cotral, tagli alle ferrovie ed altre vessazioni. Adesso basta”. Così Alberto Paolucci, segretario provinciale della Uil.
“Adesso la drammatica emergenza siccità di Roma impone una maggiore captazione dell’acqua reatina: e chi paga? Noi siamo il “polmone verde del Lazio” ma tutto questo deve avere un prezzo e Zingaretti non può continuare a fare finta di niente. Sfruttare le popolazioni reatine, già in difficoltà per il post-terremoto, è disumano. La politica ha fallito ma noi non vogliamo inveire, cerchiamo una trattativa e un risultato congruo per Rieti”. Prosegue Alberto Paolucci.
“L’acqua potabile è il nostro petrolio. Il mondo ci guarda. Roma muore di sete ma Rieti (paradossalmente così ricca di acqua muore di fame). A noi non servono le elemosine. Acea e Regione ci riconoscano il giusto, altrimenti sarà battaglia. A Roma non possono distribuire utili sulla pelle dei reatini.
Cicchetti chiami la Regione, i consiglieri regionali e Zingaretti per la convocazione urgente di un tavolo. L’equazione deve essere: piu’ acqua a Roma, a patto che si mettano i nuovi locomotori alla stazione di Rieti e si salvi la Sabina Universitas”. Conclude Alberto Paolucci, segretario provinciale della Uil.