GUNNELLA CISL FP: DA GIUGNO UN CENTINAIO DI INTERINALI DELLA ASL VERRANNO LICENZIATI

Sanità Rieti

Il programma di razionalizzazione per le spese del personale, contenuto nel Decreto n. 13/2010 emanato dalla Presidente della Regione Lazio Renata Polverini nella sua veste di commissario ad acta per la Sanità, prevede un contenimento della spesa ottenuto dal blocco del turn over pari a 62,7 milioni di euro per il 2011 e 122,3 milioni per il 2012.

Tali risultati sono espressamente indicati tra gli obiettivi assegnati ai Direttori Generali di tutti gli enti del servizio sanitario regionale (ivi inclusa, quindi, l’Asl di Rieti) e, nell’ottica selvaggiamente ragionieristica del Piano di rientro dal debito, dovranno essere raggiunti tramite una drastica riduzione del personale.

In realtà, il Decreto citato precisa anche che i Direttori Generali “potranno procedere alla proroga dei contratti a termine (rapporti di lavoro subordinato, di collaborazione e di consulenza), in scadenza nel corso dell’anno 2011, i cui costi erano già a carico del bilancio nell’anno 2010, solo previa autorizzazione regionale espressa da concedersi nel rispetto dei vincoli previsti e tenuto conto di quanto emerge nel processo dialettico in corso tra Stato e Regioni circa le modalità attuative dell’art. 9, comma 28 L. 122/2010”.

Premesso quanto sopra, nella riunione di ieri pomeriggio il Direttore Generale della Asl di Rieti, Rodolfo Gianani, ha annunciato alle OO.SS. che, a partire da giugno, a circa metà dei lavoratori interinali in forza alle strutture sanitarie della provincia non sarà prorogato l’impiego (variamente regolato da contratti a tempo determinato, co.co.co. e co.co.pro.), a meno che non intervenga una espressa autorizzazione regionale.
Il taglio interesserebbe circa un centinaio di lavoratori e rappresenterebbe un’inaccettabile forzatura per un territorio già fortemente penalizzato dalle scelte del Commissario Polverini in tema di sanità.

La chiusura dell’Ospedale di Magliano Sabina, il mancato accreditamento di posti di RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), il taglio di posti letto per acuti costituiscono del resto un vulnus insopportabile per le nostre comunità e non può quindi essere tollerato l’ulteriore affronto del mancato rinnovo dei contratti al personale precario.
Si tratta infatti di lavoratori delle più varie professionalità (sanitarie, tecniche ed amministrative) che già scontano una condizione di estremo disagio derivante dal loro status di precari e ai quali si vorrebbe ora addirittura togliere con un tratto di penna il posto di lavoro.

Tutto ciò comporterebbe non solo un aumento di disoccupati (prospettiva che la Cisl Fp non intende nemmeno prendere in considerazione), ma anche un’immediata contrazione e scadimento dei servizi prestati. E’ infatti del tutto evidente che da una riduzione del personale deriverebbe un’inevitabile affievolimento dell’offerta sanitaria pubblica, sia in termini quantitativi che qualitativi.

Dando ancora una volta prova del senso di responsabilità che ha sempre contraddistinto l’azione sindacale della Cisl Fp, accogliamo allora l’annuncio del Dott. Gianani non come una fuga in avanti o, peggio, un alibi per decisioni già prese, ma come un segnale di allarme tempestivamente lanciato per individuare una soluzione che impedisca il verificarsi dello scenario sopra descritto.

La Cisl Fp invita pertanto il Direttore Generale della Asl ad attivarsi immediatamente per porre in essere tutti i passi formali necessari alla richiesta di proroga e, contestualmente, chiede con la massima fermezza che il Commissario Polverini accolga senza indugi l’istanza, consentendo a tutti i lavoratori precari della sanità pubblica reatina di conservare il proprio posto e ai cittadini di questo provincia di non veder ulteriormente scaduta l’offerta di prestazioni in un ambito delicato e cruciale come quello del diritto alla salute.

Per quanto ci riguarda, abbiamo già attivato i livelli regionali della nostra Organizzazione perché supportino ancora – come già avvenuto in tante occasioni passate – la buona battaglia di un territorio come il nostro, che di tutto ha bisogno fuorché di ulteriori mortificazioni, riservandoci ogni azione per la tutela della dignità del lavoro e per la salvaguardia degli standard minimi (già oggi non sempre rispettati) delle prestazioni erogate dal servizio sanitario regionale.