” Come sempre nella vita le storie hanno un inizio ed una fine. Al termine di un lungo percorso, iniziato nel 1990, la mia storia politica finisce con la speranza da parte mia di aver svolto con dignità i vari ruoli che sono stato chiamato a ricoprire. Potendo avrei scelto un diverso finale, ma la politica non è una favola ed il lieto fine non è scontato.
Lascio la politica con l’orgoglio di quello che abbiamo fatto in questi anni e con la certezza, al netto di inevitabili errori, che si è lavorato per la città e per questa comunità con grande spirito di servizio e di sacrificio.
Alcune cose mi sento di dover dire. Ha vinto Antonio, poteva vincere Simone, ma non cambia il senso di quanto voglio dire e del profondo disagio generato da questa campagna elettorale. Molto spesso viene criticata la politica perchè non in grado di intercettare i bisogni della gente, per la fumosità delle proposte e per i “libri dei sogni” e non ci si pone il problema dei limiti della “domanda” da parte dei cittadini e credo occorra essere coscienti che il “bene comune” è secondario rispetto le esigenze individuali.
In un mondo in cui il taglio di un cedro appare più importante dei progetti e delle cose realizzate ritengo improbabile che le future generazioni possano trovare le risposte che cercano. Questo vale per tutti, oggi ha colpito noi e domani toccherà ad altri perchè comunque ci sarà sempre una panchina che manca o una lampada spenta e l’erba continuerà a crescere chiunque governi. Spero davvero che le nuove generazioni riescano ad avere una visione più ampia della gestione della cosa pubblica e magari riescano a far capire che la base sono i progetti e non le individuali miserie quotidiane.
Vorrei avere il modo di ricordare le tante persone incontrate in questo magnifico viaggio, ma non è possibile, ed allora ricordo chi per primo ha cercato di farmi capire un mondo che allora per me era estraneo, ricordo Benito Graziani e tramite lui i tanti da cui ho cercato di imparare.”
Paolo Bigliocchi