Puntualmente, quando si parla della riorganizzazione del Centro di salute mentale di Rieti, rimasta clamorosamente immutata da oltre trent’anni, si attivano i soliti canali politici e sindacali volti a mantenere lo status quo, nell’esclusivo interesse, beninteso, degli operatori e non dei pazienti.
Di fatto, la realtà dei dati di attività notturna del servizio psichiatrico è ben altra rispetto a quanto traspare dall’articolo di Bigliocchi (ennesimo politico contattato dagli operatori del Csm, nel corso degli anni, per perorare la loro causa anche fornendogli dati assolutamente non corretti). Infatti, dati reali alla mano, il servizio notturno, costa alla Asl di Rieti oltre 160mila euro l’anno per effettuare una media di 1,8 interventi al mese sul territorio con la presenza dello psichiatra reperibile.
Inoltre, tali interventi si concludono praticamente tutti nel trasporto del paziente in ospedale tramite 118 com’è normale che sia nelle situazioni di urgenza, nell’interesse del paziente e dei sui familiari. Il consigliere Bigliocchi, anche in qualità di medico, dovrebbe peraltro sapere che il 118 è l’unica istituzione che, per legge, può e deve gestire tutte le urgenze sul territorio. È di tutta evidenza quindi, la sperequazione esistente tra l’impiego di professionalità e risorse economiche in attività notturna, e il numero risibile di interventi effettuati, oltremodo inutili, in considerazione dell’esito.
Molto meglio utilizzare le risorse umane in attività diurna a forte connotato territoriale per attività di prevenzione e di gestione degli utenti seguiti. Del resto, altri dati del Dsm di Rieti dimostrano che nell’anno 2010 si è verificato un aumento di Tso e di ricoveri ripetuti per gli stessi pazienti, dati statistici che testimoniano una scarsa attività territoriale da parte del servizio in termini di presa in carico di pazienti e di prevenzione. Infine, aldilà degli aspetti tecnici che già da soli possono giustificare la scelta dell’Azienda di portare a dodici ore l’orario di apertura del Centro di salute mentale per potenziare il lavoro diurno di prevenzione e cura certamente più qualificante, pensiamo che sia arrivato il momento di ridimensionare quelle situazioni della sanità reatina che rappresentano più un privilegio per gli operatori che una necessità reale per i cittadini".