ROBERTA CENCIOTTI COORDINAMENTO DONNE CISL: LA DISOCCUPAZIONE DELLE DONNE REATINE QUASI AL 33%

CISL Rieti

"Assistiamo da tempo –esordisce Roberta Cenciotti responsabile del coordinamento donne Cisl Rieti- ad una rappresentazione della figura femminile distorta e manipolata dall’intero sistema mediatico.

Questo atteggiamento discriminatorio nei confronti delle donne ha radici antiche ma mai, proprio mai, si era raggiunto un livello così basso, volgare e distorto come quello registrato negli ultimi tempi. Non c’è televisione o testata giornalistica che ci risparmi lo stillicidio quotidiano di dettagli di vicende che vedono protagoniste donne italiane e straniere, sempre più giovani, alle quali viene riservata una inaccettabile funzione di "oggetti" di una sorta di supermarket del desiderio”. 

“Come donne della Cisl –precisa la Cenciotti- condanniamo questa campagna mediatica dell’immagine femminile che ci racconta una società italiana parziale e teatrale, ben lontana dalla realtà e soprattutto, per nulla rappresentativa della condizione vera delle donne.  L’universo femminile è una realtà articolata e dinamica. Il modello femminile prevalente non rappresentato e silenzioso, è quello che vede queste donne fare i conti con il lavoro dentro e fuori casa, con una organizzazione dei tempi di vita e di lavoro sbilanciato e che riversa su di loro, tutto il peso delle responsabilità, della cura dei familiari e della casa”. 

“La fotografia rappresentativa dell’universo femminile di oggi, è quella che vede un numero elevato di donne, che sfiora i 10 milioni – soprattutto giovani e del sud – che non ha un lavoro e neppure lo cerca. In provincia di Rieti le cose non vanno meglio. Le donne sono spesso emarginate, osteggiate, delegittimate. Basta guardare alla politica locale, al mondo delle Istituzioni, per rendersi conto di quanto ancora c’è da fare. Senza contare la situazione in cui versa il mondo del lavoro. Le donne reatine disoccupate, secondo recenti dati dell’Ufficio dell’Impiego, supera quota 32,53% (16.432), contro gli 11.363 uomini (22,14%). Mentre il tasso di inattività si attesta al 35%. Le reatine che possono invece contare di un posto fisso –continua la Cenciotti- sono 3.335,00 contro le 11.879,00 con contratti a tempo determinato, 361,00 interinali e 1.912,00 con contratti part-time”. 

“Appare evidente che siamo  ben lontani dagli obiettivi di Lisbona sia sul fronte dell’occupazione femminile, sia su quello dei servizi alla famiglia e, questi ritardi allarmanti, si ripercuotono proprio sulle donne in termini di tempi di ingresso nel mercato del lavoro, in termini di reddito individuale e familiare e quindi anche nel futuro pensionistico”.

“Come donne della Cisl –spiega la coordinatrice reatina- chiediamo che l’accanimento con cui certe vicende sono raccontate, ceda il posto all’informazione puntuale e precisa sui fatti che toccano da vicino la vita delle famiglie, degli uomini e delle donne di questo Paese. Dobbiamo impegnarci affinché si affermi la cultura della meritocrazia. Siamo convinti che per "fare ripartire il Paese" sia indispensabile creare un clima di ottimismo, di speranza e di valorizzazione del potenziale femminile, obiettivi rispetto ai quali le donne della Cisl vogliono dare un contributo costruttivo di idee, di professionalità e di impegno, soprattutto in una realtà asfittica come quella reatina”. 

“Crediamo di meritare, dunque, di più di quanto certa stampa e certa televisione concedono –conclude la  Cenciotti. Come ha sottolineato il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi nei giorni scorsi: "l’Italia oggi è malata come ai tempi della grande peste. L’immoralità si sta diffondendo in tutti gli strati della nostra società." Ecco perché, come donne della Cisl di Rieti, ci appelliamo alla società civile, alle Istituzioni che devono essere di esempio d’integrità morale in tutte le sue espressioni e le articolazioni, e alle Parti sociali affinché, ognuno per quanto di sua competenza, si impegni responsabilmente a creare condizioni a garanzia del principio di pari opportunità e a rimuovere ogni forma di discriminazione per favorire una società più equa per tutti."