SANITA', CI SCRIVE ANNARITA, DA MOLTI ANNI MALATA ONCOLOGICA

Ospedale De Lellis

Sono una malata oncologica e sono stanca di sentire queste notizie sul nostro Ospedale e sulla sanità, siamo essere umani e non numeri di bilancio. Vorrei rivolgermi alla stampa per dare voce a tutti i malati come me, vi chiedo aiuto per far sentire le nostre ragioni proprio quelle che nessuno tiene in considerazione. 

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…”.
Così recita l’art. 32 della Costituzione e io che sono una malata oncologica da molti anni, voglio assolutamente credere che la salute sia un diritto e non un affare economico.

In questi giorni i quotidiani locali e nazionali lanciano notizie molto preoccupanti sulle sorti di molte strutture ospedaliere ed in particolare sul destino del nostro Ospedale provinciale S.Camillo De lellis. Ho letto che è a rischio l’Oncologia.

Vorrei dire ai signori che pensano di gestire la sanità come un outlet, che la malattia oncologica è molto grave. Si combatte ogni giorno per la vita e a Rieti ci sono tantissimi malati oncologici che quotidianamente hanno bisogno di controlli, terapie, cure, interventi in una struttura facilmente raggiungibile senza disagi per i malati e i loro familiari

Avere una struttura nella propria città significa difendere la qualità di vita, perché pochissimi di noi hanno la possibilità materiale, organizzativa ed emotiva per spostarsi e fare i viaggi della speranza.

Il malato oncologico intraprende un percorso con i medici che diventano i compagni insostituibili di una grande battaglia per la vita. Tanti malati oggi vengono nel nostro Ospedale da tante città italiane e tutti indiscriminatamente dichiarano che la nostra Oncologia e Radioterapia sono uniche in Italia. Dai volontari dell’ALCLI, alla professionalità degli infermieri e dei medici, ai macchinari all’avanguardia.La parola chiave è umanità che spesso è stata la forza devisiva per contrastare il tumore.

Chiedo con tutto il cuore ai politici di non trattare la salute come un affare.
Non possiamo nel nostro fragile stato emotivo sentire che qualcuno sta giocando con la nostra vita, dichiarando ai giornali di chiudere questa o quella struttura senza minimamente accorgersi che un ospedale per molti è un luogo quasi familiare. Abbiamo bisogno di tranquillità, di garanzie sul futuro dei nostri medici che ci seguono da anni, che sono entrati nella nostra vita, di sicurezze sulle sorti dell’Ospedale della nostra città.

Sottraete la sanità da qualsiasi strategia politica, economica. La sanità non è una merce è vita!

Voglio ringraziare gli angeli che mi hanno seguito tutti questi anni di malattia, il Dott. Walter Rossi Primario della I Chirurgia, il Dott. Vincenzo Capparella Resp. Oncologia, il Dott. Roberto Tempesta Resp Radiologia, e uno straordinario Mario Santarelli, Primario della Radioterapia.

La salute è un diritto, non un affare