Grande commozione durante il ricordo di Valentina, Michela e Luca

Una sobria e commovente cerimonia al “Parco Vittime del 6 Aprile 2009”, ha ricordato questa mattina Valentina Argenis Orlandi, Michela Rossi e Luca Lunari, deceduti nel terremoto di L’Aquila del 6 aprile 2009.
A conclusione delle parole del Sindaco di Rieti Simone Petrangeli, Licia Alonzi mamma nonchè insegnante, ha donato mazzi di fiori ai genitori dei tre ragazzi, come segno di affetto. Una carezza che ha fatto sentire la vicinanza della popolazione a tre famiglie che da 8 anni hanno perso una parte importante del loro nucleo.
Di seguito le dichiarazioni del Sindaco Petrangeli per ricordare Valentina, Michela e Luca.
“Lo scorso anno abbiamo deciso di mettere un ricordo visibile delle nostre vittime del terremoto del 6 aprile 2009, qui al centro del parco di via Liberato di Benedetto – commenta il sindaco Petrangeli – un luogo molto frequentato soprattutto da bambini e ragazzi. E’ un obbligo per tutti noi cittadini responsabili e non solo degli amministratori, ricordare ed onorare la memoria di chi non c’è più. Credo che in questi anni la città si sia unita intorno alle famiglie delle nostre vittime e abbia dato un segno tangibile per ricordare la memoria di chi non c’è più.”
“Queste sono occasioni particolari dove c’è il rischio che prevalga la retorica. Noi invece, secondo me, dobbiamo fare uno sforzo in più. Legare alla memoria dei nostri cari un impegno diverso per far sì che in futuro non avvengano più certi disastri. Sappiamo bene – prosegue Petrangeli – quanto ha sofferto la nostra comunità locale e continua a soffrire dal 24 agosto ad oggi. In questo Paese c’è bisogno di far prevalere una diversa cultura della prevenzione e del rischio, in tutti gli ambiti della vita sociale: dalla prevenzione antisismica, al lavoro, alla sanità. Vita associata dove sembra impossibile poter pianificare per evitare certe tragedie. Ce ne accorgiamo in qualsiasi circostanza. Il nostro è un Paese che dà il meglio di sè nell’emergenza ma che è pigro quando c’è da gestire in maniera coscienziosa l’ordinaria amministrazione e fare quegli investimenti che servano ad evitare che ogni volta che c’è una calamità naturale si debba poi fare l’elenco delle vittime e dei feriti. Forse L’Aquila non ci ha insegnato abbastanza e quindi si è ripetuto il 24 agosto ad Amatrice, c’è bisogno di un impegno comune, delle Amministrazioni e dei cittadini responsabili.”
“Queste calamità naturali ci sono sempre state e sempre ci saranno, dobbiamo cambiare modo di vedere le cose e le priorità – continua il sindaco di Rieti – dobbiamo lavorare affinchè prevalga una cultura della prevenzione e del rischio, non solo per chi amministra, ma anche per i cittadini. Questo è un tema che riguarda tutti perchè poi ci rendiamo conto che molto spesso i danni sono conseguenza delle cattive abitudini, non solamente degli errori e della negligenza delle amministrazioni.”
“Credo il che il modo miglior per ricordare Luca, Valentina Argenis e Michela sia quello di imparare quello che la natura ci insegna. E’ un paradosso che si debba aver paura della natura, ma purtroppo è così, vedi i terremoti o altre calamità naturali. Importante è continuare a coltivare cultura della prevenzione e del rischio. Dobbiamo fare in modo che le vittime del 6 aprile 2009 e del 24 agosto 2016 siano ricordate nell’impegno quotidiano e  costante di tutti affinchè certe conseguenze drammatiche non ci siano più. Mi stringo di nuovo alle famiglie di Luca, Valentina Argenis e Michela.”
“I segni del terremoto di L’Aquila ancora sono lì, indelebili, come purtroppo saranno indelebili i segni lasciati dal terremoto ad Amatrice, Accumoli e Arquata. Lavoriamo perchè ci sia un passo in avanti verso la civiltà – prosegue il sindaco Petrangeli. E’ impossibile che nel 2017 e nel 2009 si muoia per degli errori. Ringrazio tutte le persone che in questi anni hanno onorato la memoria dei nostri tre ragazzi.”
Nel nome delle nostre vittime  – conclude Petrangeli – si ritrovi il senso di appartenenza della nostra comunità. Mi auguro che non servano altre tragedie per essere uniti, perchè essere parte di una comunità significa aiutarsi gli uni con gli altri. Riscopriamoci più umani.

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