CANILE DI COLLE ARPEA, LA POSIZIONE DELLA LAV SULLE ADOZIONI

LAV

Il canile di Colle Arpea ha cessato definitivamente la sua attività di detenzione di animali. La struttura, che era stata oggetto di procedimenti giudiziari e ispezioni da parte del NAS e del Corpo Forestale e che aveva cambiato gestione nell’ultimo periodo, ha deciso di chiudere i battenti.

La chiusura era stata annunciata ai Comuni convenzionati dalla Società proprietaria solo tre mesi fa, con la richiesta di portare via, entro il mese di gennaio 2011, tutti i cani randagi detenuti, pari ad oltre 150 quattrozampe.

La buona notizia della chiusura del canile era stata funestata dall’incognita sul destino dei cani, in quanto, in tutta la provincia di Rieti, non esiste alcuna altra struttura, né pubblica né privata, capace di contenere tutti i randagi. Fortunatamente gli animali sono stati tutti portati in salvo e affidati a famiglie e a strutture idonee, grazie ad un vero miracolo compiuto con lo sforzo di pochissimi volontari, attivi sul posto già da anni, conosciuti dalla LAV e con la quale collaborano.

Adesso il Comune di Rieti ha intenzione di realizzare un parco canile per i randagi della zona, seguendo i consigli e l’esperienza della LAV e delle Associazioni animaliste presenti sul territorio.

"Accogliamo con gioia la chiusura di una struttura così contestata – dichiara la LAV – e siamo grati ai volontari che hanno messo in salvo tutti gli animali. Adesso confidiamo nel fatto che i Comuni del Reatino e della Sabina e in particolare il Comune di Rieti, tenendo fede agli impegni assunti, realizzino in tempi rapidi un parco canile che possa ospitare i randagi della zona nelle condizioni etologiche più idonee, garantendo loro tutte le cure necessarie e continuando a collaborare con le Associazioni per le adozioni".

Unica nota stonata nella vicenda, una sterile polemica che serpeggia in internet relativa a presunti "traffici" illeciti computi sui cani di Rieti. La polemica è priva di qualsiasi prova o fondamento e rischia invece di ledere gli interessi degli animali e creare disturbo per le Associazioni coinvolte, che, ad ogni verifica, sono risultate estremamente professionali e attente al benessere dei cani, tratti in salvo soltanto grazie al loro meritevole operato.

La “caccia alle streghe” prenderebbe spunto dai contributi richiesti per le adozioni compiute all’estero alle famiglie affidatarie degli animali.  Le Associazioni di volontariato animaliste hanno dimostrato con prove documentali che tali somme sono un rimborso, peraltro soltanto parziale, per le spese relative alle vaccinazioni e ai passaporti occorrenti per lo spostamento dei cani, oltre che per le cure sanitarie troppo spesso necessarie per far fronte alle patologie degli animali adottati.

Le adozioni dei cani nel canile di Rieti, compiute sia in Italia che all’estero, sono avvenute sempre sotto la vigilanza e il controllo di ASL, Comuni e organi di polizia e, alle verifiche compiute dalla LAV in più occasioni, sono risultate idonee sotto ogni punto di vista.