La vita non è un gioco.
E la violenza, nell’accezione comune, è quella sia visibile, con comportamenti di abuso (sia sessuale che non) nei confronti di una persona, che lasciano molto spesso conseguenze, ovvero segni di sfregio che testimoniano queste azioni; sia quella nascosta, talmente timida che non si riesce quasi mai a parlarne, che mira a denigrare l’altra persona e il suo modo di essere, tramite atteggiamenti e discorsi subdoli che rendono la vittima talmente impotente da sottometterla con tranquillità (ho preso spunto da 1&2).
Questo preambolo, che ho cercato di rendere il più oggettivo possibile, mi è servito per introdurre una cosa a cui tengo molto: cosa pensiamo noi adolescenti quando ci troviamo davanti la parola “violenza”, e alcuni dei miei coetanei hanno rilasciato una dichiarazione, qui riportata:
“Non so il perché, ma mi è venuto in mente un uomo che da uno schiaffo a una donna e penso che sia la cosa più disumana che possa esistere al mondo. È distruggere completamente una persona, renderla succube, cupa, triste. La violenza è inaccettabile, che sia su un uomo, una donna, un bambino o un animale, ed è terribile in tutte le sue forme.”
–Vanessa Pitotti
“La violenza è una forma di oltraggio nei confronti dei diritti dell’uomo, e penso che sia una tra le peggiori forme di degrado verso l’umanità. La mia domanda più frequente è perché ci sono persone che pensano di poter usare gli altri a loro piacimento per raggiungere scopi personali: non è vero che “il fine giustifica i mezzi”, a maggior ragione se le vittime non hanno scelta.”
–Cristina Rossi
“Appena hai detto violenza ho pensato a quella domestica, perché sono parole che sono spesso, purtroppo, collegate tra loro, soprattutto nell’ultimo periodo, ed è una cosa terribile: non è possibile che nel 2017 si senta ancora parlare di violenza, intesa sia come domestica, che sulle donne che sui bambini.”
–Valentina Mattogno
“Penso alla cattiveria di un soggetto che si permette anche solo di pensare a toccare o sfiorare il corpo di un altro con l’obiettivo di fargli del male. La violenza non deve esistere perché io sono una persona libera e come tale sono libera di dire, fare e pensare ciò che voglio: nessuno ti deve fare del male perché la tua persona è intoccabile dal momento in cui metti piede a questo mondo.”
–Aurora Santucci
“La violenza non è necessaria, picchiare una persona, infliggersi dolore da soli, lividi, ferite: sofferenza! Credo fermamente che ci siano altri modi per risolvere certi problemi che vanno a scaturire in questo abominio, le parole soprattutto, aiutano!”
–Lorenzo Leuratti
Ed ora inserisco anche il mio di parere: ho assistito (e partecipato con il flash mob) allo spettacolo “Ora puoi dire NO”, al teatro Flavio Vespasiano di Rieti, e mi ha aperto la mente su un argomento che non ho mai approfondito: la violenza sulle donne. Quella di cui voglio parlare è più generica, per ogni genere di persona, a prescindere dal sesso e dall’età. Per me violenza vuol dire “sfregio della bellezza”.
Io sono bella, a modo mio, tu sei bello a modo tuo, la persona che ti sta accanto lo è a modo suo. E se mi tocchi, “corrodi”non solo il mio aspetto, ma anche la mia psiche, e la domanda che devo farmi non è tanto “perché mi fai questo?”, ma “perché lo devo subire?”.
Tu che mi fai del male, sei un narcisista, un sadico, un vigliacco. E non intendo neanche perder tempo a parlare di te, quanto di me! Me che sono in grado di allontanarti, me che sono in grado di denunciarti, me che sono forte, me che mi amo più di ogni cosa: me che sono in grado di dire no.
Questo è il momento dove le paure delle persone che sono vittima di violenza devono crollare, perché le minacce non valgono nulla, il dolore non se ne va via da solo, e tu sei bella, così bella che soffro anche io guardandoti cadere, perché non ti conosco e non posso farci niente. Prendi in mano le redini della tua vita e sconfiggi quei lividi, ti prego.
Non mentire per paura e poi non piangere quando sei sola dentro il letto e le lenzuola si bagnano e il cuore si spezza: TU sei bella anche così, sei forte anche così, lo sei sempre stata, e per questo non arrenderti, non dimenticare la tua dignità così che la vita si prenda gioco di te, perché la vita non è un gioco. MA È UN DONO, HAI IL DIRITTO DI VIVERLA.
Maddalena Rosati