“Qui siamo tutti padroni di casa”: con queste parole il dott. Roberto Lorenzetti ha accolto gli studenti del Liceo delle Scienze Umane in visita all’Archivio di Stato di Rieti.
A lezione di Antropologia Culturale con il direttore Lorenzetti. Sobria, elegante e accattivante, la relazione introduttiva del direttore dell’Archivio di Stato svolta, nella mattina del 28 febbraio, per gli alunni della classe 3B del Liceo delle Scienze Umane.
Gli studenti dell’Istituto Magistrale “Elena Principessa di Napoli”, accompagnati dal prof. Alessio Valloni, docente di Scienze Umane, hanno visitato l’interessante mostra “La Sabina” organizzata presso l’Archivio di Stato di Rieti, dedicata alle immagini fotografiche raccolte da Paul Scheuermeier.
Il linguista svizzero, ha spiegato Lorenzetti, in occasione della stesura di un atlante etnolinguistico, ha svolto un’importante ricerca etnografica nelle nostre terre nel corso del XIX secolo, servendosi di “mediatori” autoctoni, inizialmente di origine svizzera, in modo da poter raccogliere e documentare termini dialettali, indicanti specifici prodotti e strumenti, cercando di ridurre il più possibile le influenze di altri dialetti. L’approccio etnografico dello svizzero è stato di tipo oggettivo, in piena sintonia con il clima Positivista della prima metà dell’800.
L’intenso lavoro del ricercatore lo portò a fissare su lastre fotografiche, importanti momenti della vita quotidiana della gente sabina, fotografie che sono state esposte e lungamente ammirate dagli alunni, non solo per il loro valore storico, ma anche e soprattutto perché sono preziosi strumenti di indagine nell’ambito di una disciplina che caratterizza le Scienze Umane, l’Antropologia Culturale, una materia da sempre affascinate e trasversale a tutti i campi del sapere.
Le foto che maggiormente hanno attratto l’interesse degli alunni, sono state sia quelle relative ad Amatrice che quelle che riproducevano scene di vita quotidiana, ben rappresentate da ritratti di visi di persone segnati dalla fatica quotidiana, dal logoro abbigliamento indossato, dagli attrezzi, le abitazioni e le attività praticate e ormai scomparse. Per circa tre ore gli studenti si sono immersi in una sorta di laboratorio di Antropologia culturale capace di richiamare alla loro memoria aspetti molto vicini alla propria vita.
Grati dell’accoglienza ricevuta e dell’opportunità che l’Archivio di Stato ha offerto a l’unico indirizzo che in Italia approfondisce l’Antropologia culturale, il direttore è stato inviato ad incontrare di nuovo gli studenti del Liceo delle Scienze Umane per un’altra interessante “lectio”.
Articolo: Carola Ciccomartino e Lorenzo Esposito
Foto: Maria Luisa Ciavatta