PAGGI FLI: ESENZIONI TARSU, REGOLAMENTO COMUNALE DA RIVEDERE

Ivano Paggi FLI Rieti

Ho ricevuto molte segnalazioni  da parte di soggetti assistiti a vario titolo ed invitati  recentemente dal Comune di Rieti a pagare la tassa rifiuti (TARSU) relativa al 2009 ed anni pregressi  per somme che superano i mille euro.

A fronte delle segnalazioni, ho verificato che il vigente regolamento comunale TARSU prevede delle esenzioni, delle predetta tassa, per alcune categorie di cittadini cosi appresso indicate:

a)  Ultra 65enni con reddito inferiore a  9.296,28 euro annui  – esenzione tassa del 100% ;
b)  Cittadini assistiti in maniera continuativa dai servizi sociali – esenzione tassa del 100%.

A mio parere si registrano, in merito alle esenzioni, grosse ed ingiustificate anomalie.
Prima di tutto se, oggi, un cittadino ha meno di 65 anni, non è assistito in modo continuativo ed ha un reddito anche inferiore a 9.296,28 euro, è tenuto a pagare per intero la tassa rifiuti. Va anche tenuto conto che il mancato introito causato dall’attuale sistema di esenzione rappresenta un costo in più per gli altri contribuenti che pagano, di fatto, per gli esenti.

Per risolvere tale disparità di trattamento, credo sia necessario uniformare questi criteri, non potendo assolutamente prescindere ogni cittadino dal proprio reddito familiare, e rilevando anche un elemento di fondamentale importanza, cioè che moltissimi reatini, soprattutto per motivi di dignità, non segnalano le proprie precarie condizioni di reddito e non si rivolgono, di conseguenza, agli uffici comunali (Servizi Sociali).

Per  evitare queste situazioni, purtroppo sempre più numerose, sarebbe opportuno fissare un’unica quota, che potremmo definire, sociale (ad esempio, 10.000 euro per tutti, a prescinder quindi da età e dal tipo di assistenza) che permetta l’esenzione totale della TARSU.

Oggi, al contrario, succede anche che alcune categorie di cittadini, pur assistiti dal Comune con un più o meno elevato contributo, siano costretti a pagare la tassa per intero. Un elemento fondamentale è però la costituzione di uno specifico fondo, la cui copertura finanziaria (circa 200.000 euro) garantisca il pagamento delle bollette dei soggetti bisognosi, evitando cosi che la tassa venga poi spalmata nei confronti dei cittadini non esenti. In sostanza tutti i cittadini riceverebbero cartelle esattoriali con le somme da pagare effettivamente dovute (e non ricaricate dal costo della esenzione);

successivamente le cartelle dei soggetti effettivamente bisognosi (cioè, sotto la quota sociale) verrebbero consegnate al Comune che utilizzerebbe il predetto fondo “ad hoc” in modo che non incida, appunto, sugli altri cittadini la cui spesa media (a famiglia) si aggira attualmente sui 300 euro annui, mentre l’ introito dell’Amministrazione comunale è di circa 8,5 milioni di euro l’anno.

Tornando al fondo, esso potrà essere costituito utilizzando una parte delle risorse della lotta alla evasione fiscale (che andrebbe fatta in modo più convinto e produttivo), dalla quale l’Amministrazione comunale incassa ora, in media, 1 milione di euro annui.

Appare, quindi, evidente che occorra più che mai una totale e seria concertazione tra gli organi comunali (Ufficio Tributi e Settore socio- assistenziale) per fare in modo che i benefici economici vadano a vantaggio dei soggetti effettivamente bisognosi. Non  è ammissibile infatti, come avviene oggi, che soggetti assistiti dal Comune siano stati invitati al pagamento della tassa 2009 ed anni pregressi; l’attuale regolamento rischia di mettere ancora più in difficoltà tante famiglie bisognose.