Da settembre abbiamo più e più volte chiesto agli Enti proprietari degli edifici scolastici della nostra città (Comune e Provincia) che venisse fatta opportuna ed, anzi, doverosa informazione alla popolazione, per rendere consapevoli genitori e studenti dello stato in cui versa l’edilizia scolastica di Rieti e provincia.
Quanto sopra è stato ribadito nell’incontro dell’ormai lontanissimo 8 ottobre, tenutosi alla DICOMAC alla presenza del MIUR e del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, Sindaco di Rieti e Vice Presidente della Provincia, dove era stato garantito il coinvolgimento di genitori e studenti in un tavolo permanente sullo “stato dell’arte” degli edifici scolastici.
Partendo dal presupposto che, crediamo, ci unisca tutti che è quello di assicurare con tutte le nostre forze la massima sicurezza possibile ai Figli di un Territorio intero (ricordo che a Rieti convergono tutti gli Studenti della Provincia, anche dalle aree distrutte dal sisma) ed il sacrosanto diritto dei genitori contribuenti di affidare tranquillamente i propri Figli alle Istituzioni Scolastiche, ri- elenchiamo le richieste NEL BREVE TERMINE e Sostenibili su cui tutti i Cittadini dovrebbero con forza aiutarci ad esigere risposte:
– Istituzione IMMEDIATA di un Tavolo operativo permanente tra Comune. Provincia, Regione, Comitato, DICOMAC, Prefettura, MIUR: deve essere luogo di trasparente condivisione di informazioni, di trasparente definizione delle attività e delle responsabilità individuali, di controllo delle risposte, di trasparente verifica dei costi
– Investimento sul FUTURO: moltissimi genitori sono disponibili ad autofinanziarsi ed a farsi carico anche di contributi aggiuntivi per chi fosse in difficoltà al fine di costruire MUSP (Moduli scolastici provvisori) sicuri. Perché gli Enti non si fanno carico di valutare ed organizzare qualche forma di contribuzione volontaria tracciata e trasparente?
– Valutazione di strumenti atti a reperire risorse o aree:
– Occupazione temporanea: in situazioni di emergenza crediamo sia possibile occupare rapidamente aree a costi molto inferiori a quelli di esproprio;
– Tassa di scopo: valutare come ritagliarla su situazione emergenziale riconosciuta;
– Individuazione aree per installazioni di MUSP: dal nostro incontro in Provincia del 28 novembre sono emerse aree disponibili urbanizzate in zone Campoloniano e Polo Didattico per circa 120 aule. DEVE essere un inizio. Si può anche pensare a sistemazioni in MUSP nei Parchi Pubblici per gli Studenti più piccoli, che consentano di rimanere nella zona degli edifici scolastici originari con indubbi vantaggi logistici e psicologici.
Invece siamo ormai prossimi alle vacanze di Natale e nessuna soluzione è stata almeno valutata per garantire la continuità didattica in sicurezza a molti studenti della città di Rieti! Ciò a differenza di altre città nelle quali le amministrazioni si sono attivate celermente per trovare soluzioni alternative.
Finora è stato realizzato solo, e solo per quelle scuole le cui verifiche di agibilità abbiano individuato la necessità di interventi immediati, qualche temporaneo trasloco in strutture con indici di rischio leggermente meno disastrosi, ammesso che siano tali, in quanto l’Amministrazione ufficialmente mette in dubbio la bontà degli indici di rischio ufficiali ad oggi disponibili (di proprietà della amministrazione stessa)!
Un trasloco ‘temporaneo’ perché è nelle medesime strutture che rientreranno il personale tutto della scuola e gli studenti una volta completate le azioni di pronto intervento, indipendentemente dal fatto che il rischio sismico della struttura sia rimasto lo stesso.
A tal proposito occorre precisare che nei siti istituzionali non vengono nemmeno pubblicate le schede di agibilità Aedes ma soltanto dei riepiloghi che sono altra cosa dalla scheda vera e propria (che invero attesta anche le criticità riscontrate e fornisce suggerimenti di azioni migliorative), non consentendo così ai genitori, agli studenti ed al personale della scuola di conoscere meglio i possibili danni (strutturali o non strutturali) subiti dall’edificio dove, in pieno sciame sismico, si svolge l’attività scolastica e lavorativa connessa.
Addirittura sul sito della Prefettura e nelle varie Ordinanze sindacali di sospensione e ripresa delle lezioni vengono riportate informazioni dubbie o incomplete, attestandosi finanche che “non risultano casi di inagibilità” quando, invece, all’esito delle verifiche “post-sisma” molti edifici scolastici sono stati classificati con la lettera “B” (inagibile temporaneamente) o “F” (inagibile per rischio esterno) e, quanto alla succursale del Liceo Scientifico di Rieti, con la lettera “E” (inagibile). A proposito: a che punto siamo con la richiesta per quest’ultima dei MUSP, in modo da liberare spazi utili ad altre scuole nelle strutture del Consorzio Industriale? Chi sta seguendo la richiesta (su nostro input) della Provincia sollecitando le dovute risposte?
Visto lo spirito e le finalità della Legge 225/1992 e ss.mm., riteniamo che strutture prefabbricate spettino anche per situazioni di inagibilità parziale e con provvedimenti, nonché alle strutture scolastiche ad alto rischio ed attualmente destinate alla scuola dell’infanzia, e che in tal senso debbano essere indirizzate le istanze delle amministrazioni locali.
Ricordiamo infatti ancora una volta che l’agibilità attesta unicamente come l’edificio ha risposto ad una determinata scossa, e non come reagirà ad una scossa più intensa o al terremoto che la normativa attesta avverrà a Rieti.
Se i nostri amministratori avessero voluto comprendere e accogliere i suggerimenti dati da subito, pacificamente ed in modo collaborativo, dal neocostituito Comitato Scuole Sicure, anche valutando le tante strutture alternative già presenti sul territorio (Ater di Villa reatina, ex Manni di Via Garibaldi, Sede Inpdap, Sede Banca d’Italia, Aree Industriali, ecc..), oggi non ci saremmo ritrovati a dover rincorrere l’esigenza di garantire il corretto svolgimento dell’attività didattica più volte interrotta, con conseguente pregiudizio di un diritto sacrosanto quale quello all’istruzione pubblica o, comunque, ad assicurarlo con esposizione a rischio dell’incolumità fisica degli aventi diritto.
Settimane di scuola perse inutilmente per riparare danni più o meno gravi (alcuni anche strutturali) che potevano e dovevano rientrare in un più ampio programma di riqualificazione strutturale e non del patrimonio scolastico.
Riteniamo infatti doveroso che l’amministrazione riconosca per tutti gli edifici scolastici ritenuti meno sicuri dal punto di vista sismico, anche se risultati ‘agibili’ dopo la scossa del 30 ottobre u.s., la necessità di avviare immediatamente interventi di adeguamento sismico o di individuare strutture alternative idonee.
Certo, questo comporterebbe che venisse alzata la voce in modo opportuno in Protezione Civile Nazionale ed in Regione ma forse non si è voluto e non si vuole scomodare nessuno.
Ad oggi – e non è più sostenibile – la situazione è governata dal caos e dall’improvvisazione, con gravi disagi per studenti e famiglie costretti a farsi carico della complessa organizzazione determinata da doppi turni, trasferimenti in sedi prive di collegamenti sufficienti a soddisfare le esigenze di tutti e, comunque, a fare i conti con la preoccupazione legata alla diffusa mancanza di sicurezza negli edifici scolastici.
E’ l’ora delle scelte condivise e trasparenti che possano garantire la continuità delle attività didattiche in sicurezza.