Sul piano dell’occupazione il 2010 non è andato bene e il 2011 non andrà meglio. Con due caratteristiche di fondo: l’aumento sempre più forte della disoccupazione giovanile e lo scoraggiamento sempre più marcato dell’occupazione femminile. Le famiglie italiane sono più povere e la "forchetta" tra quelle ricche e quelle indigenti è aumentata a dismisura. Una patrimoniale sulle grandi ricchezze, una riforma fiscale che abbassi il carico sui lavoratori dipendenti e pensionati, una ripresa dei consumi che rimetta in moto l’economia e crei posti di lavoro, queste sono le priorità a livello nazionale.
La pressione fiscale sui lavoratori dipendenti e sulle imprese è aumentata, non diminuita. Su questo argomento credo vada fatta una grande battaglia culturale, perché è attraverso le tasse che si danno i servizi: la scuola pubblica, la sanità pubblica, i trasporti pubblici, l’assistenza, in parte le pensioni., per questo motivo per il 2011 vorrei una grande battaglia culturale per un fisco giusto e sostenibile per il lavoratore, ma anche per l’impresa, contro l’evasione e il lavoro nero. Non dobbiamo mai dimenticare che se noi avessimo un’evasione fiscale nella media europea avremmo risolto tutti i problemi relativi al nostro debito pubblico e potremmo diminuire le profonde disuguaglianze presenti nella nostra società dove, ad esempio, il 50% dei disoccupati italiani non gode di alcun sostegno.
Ai reatini, a tutta la provincia, vorrei dire che dobbiamo partire da noi, dal grande patrimonio di responsabilità, intelligenza, passione, inventiva, tenacia tipica di questa terra nei momenti più difficili. Ancor più in momenti di crisi la coesione sociale e l’unità delle forze sociali e sindacali su obiettivi condivisi è fondamentale. Anche le differenze e le opinioni diverse possono essere utili se giocate all’interno di un obiettivo che è la crescita, la qualità, l’innovazione del sistema economico e sociale reatino. Noi siamo disponibili a discutere di tutto, ma non di riduzione di tutele e diritti.
Occorre insistere nel sostegno al sistema manifatturiero, chiudere positivamente la vertenza Ritel, difendere l’occupazione nelle aziende (tante anzi troppe in difficoltà), sulle opere infrastrutturali, sul sistema socio sanitario, ma anche sui nuovi progetti, sull’energia alternativa, sulla green economy, sulla formazione permanente. Occorre aprire una vertenza intelligente ma forte e il più possibile unitaria con
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