“Dieci ore di attesa al Pronto Soccorso del De Lellis.
E’ accaduto ancora, questa volta durante le feste ad una reatina residente a Livorno tornata nella sua città natale per riabbracciare i propri cari.
La donna, dopo un accidentale caduta in casa, è stata accompagnata presso la struttura d’emergenza dell’ospedale reatino con forti dolori ad un arto. Le è stato attribuito un codice verde. Entrata alle 11 del mattino, ne è uscita intorno alle 21”.
“Si tratta dell’ennesimo caso in cui si evidenziano tutti i limiti del Pronto soccorso reatino –spiega il segretario generale della Cisl- la cui attività arranca, tra disservizi e interminabili tempi di attesa, spesso attribuiti erroneamente al personale dipendente, che viceversa vi opera con dedizione e alta professionalità.
Per ridurre disservizi e tempi di attesa –dichiara Pescetelli- nella passata gestione dell’Asl si è parlato, a più riprese, di progetti tesi al coinvolgimento di figure professionali (vedi i medici di medicina generale) a sostegno dell’organico oggi presente nella struttura d’emergenza. Magari, attraverso il trattamento di quelle patologie identificate dal Triage con il codice bianco o verde. Progetti che non sono mai andati in porto, lasciando l’utenza tra i disservizi di sempre.
Parlando con la donna protagonista dell’ennesima odissea al Pronto soccorso reatino –spiega Pescetelli- in Toscana, ma anche in Emilia Romagna (regioni definite virtuose in sanità), per arginare tale fenomeno, dallo scorso novembre, è partita la sperimentazione del progetto See & Treat che vede infermieri esperti, opportunamente formati, gestire presso i Pronto soccorso patologie minori approvate dal Consiglio sanitario regionale quali: piccole ferite e abrasioni, contusioni minori, ustioni solari, punture di insetti, riniti, congiuntiviti ecc. Gli infermieri, dopo aver svolto un corso di formazione di 180 ore per la certificazione delle competenze, sono affiancati per i primi sei mesi di sperimentazione da medici tutor.
Il See & Treat, in italiano “Vedi e tratta” -continua il segretario della Cisl- è una modalità di lavoro già da tempo in atto in molti Paesi europei, in particolare nel Regno Unito, dove nasce come tentativo di risposta al sovraffollamento dei Dipartimenti di Emergenza e alle lunghe attese per la maggior parte dei problemi clinici meno urgenti. Ma facile applicazione è stata trovata anche nei Paesi del nord Europa, nonostante la minore formazione degli infermieri rispetto a quelli italiani.
La Cisl di Rieti, in attesa di vedere il Pronto soccorso del De Lellis trasformato dalla Regione in Dea di II Livello come altri nel Lazio e dotato dei dieci posti letto di Astanteria previsti dal Piano sanitario, auspica che il nuovo direttore generale della Asl Rodolfo Gianani prenda in considerazione il progetto attualmente in atto nelle regioni sopra citate, magari modulandolo alla realtà locale, per sostenere ed incentivare il personale sanitario, riducendo contestualmente i tempi di attesa. Del resto, non è una novità per nessuno che quest’ultimi, al Pronto soccorso reatino, sono da sempre una delle emergenze su cui è puntata l’attenzione dell’utenza. Utenza che paga sulla propria pelle l’inefficienza e l’inefficacia delle politiche sanitarie degli ultimi anni”.