La cronaca politica della giornata segnala che Cicchetti intenderebbe candidarsi di nuovo alla guida della città e vorrebbe farlo in continuità con l’esperienza Emili.
Evidentemente ne ha diritto ma ai reatini, ai quali dovrebbe eventualmente chiedere il voto, dovrà prima chiarire se ha preso coscienza che, in questi quasi venti anni di gestione del centro-destra, la città ha subito un preoccupante declassamento socioeconomico.
L’apparato industriale è stato quasi completamente smantellato, l’agricoltura, nonostante la straordinaria fertilità della “Piana”, è stata subordinata all’espansione insediativa anche superflua e ad altro (fotovoltaico), il turismo anziché decollare arretra, come si evince da ciò che succede nel Terminillo, l’assetto infrastrutturale, assolutamente inadeguato, è rimasto qual’era, l’artigianato non si è evoluto e vivacchia sperando che passi presto l’attuale critica contingenza, il commercio locale è stato fagocitato dalla crescita tumultuosa e non governata della grande distribuzione che ha dirottato le economie produce fuori dalla città.
Si è indiscutibilmente curata l’immagine della città, anche se non tutto ciò che s’è fatto è condivisibile ma, non c’è stata altrettanta cura nel difenderla dal suo declassamento socioeconomico. E’ evidente che le erosioni subite sono conseguenza del fragile ancoraggio di quegli insediamenti alla realtà locale e delle trasformazioni intervenute nell’economia globalizzata ma, è altrettanto evidente che la dirigenza locale si è dimostrata inadeguate nel difendere l’esistente ed incapace di prospettare ipotesi alternative di sviluppo.
Se Cicchetti, anziché prendere coscienza della gravità della situazione e fare la necessaria autocritica, reagisce nei confronti di chi solleva critiche ed insiste nel volersi ricandidare in continuità con un innegabile fallimento, frustra le sue velleità perchè i reatini si renderebbero conto che la sua eventuale rielezione non sarebbe assolutamente utile per il futuro di questa città.