Si conferma la politica nazionale in cui il governo è così bravo, cioè nascondere con le parole (“riforma”, di per sé, sarebbe una cosa positiva) i reali contenuti.
Cerchiamo di far trapelare la verità: stiamo assistendo ad una demolizione delle prerogative pubbliche della scuola a vantaggio dei privati, con Berlusconi (inteso come privato, alla faccia del conflitto di interessi che non esiste) primo favorito in una corsa alla privatizzazione che vedrà i più deboli sempre più svantaggiati nell’accesso ad una cultura che premi la meritocrazia.
Scompaiono praticamente le borse di studio in un contesto di affievolimento degli attuali capisaldi del diritto allo studio, viene ulteriormente aumentata la precarizzazione dei Ricercatori, ci si vanta dell’appoggio alla Gelmini dei rettori quando questi rappresentano quei “baroni” che la riforma Gelmini dice, nei comunicati affidati alla stampa compiacente, di combattere.
Siamo quindi completamente d’accordo anche nelle forme che la protesta degli studenti e dei ricercatori ha assunto: occupare gli edifici storici delle città. Questo per ricordare a tutti che il senso della storia è di essere a disposizione dei giovani, cioè della costruzione di un futuro giusto e di pari opportunità per tutti.