Gli stati generali delle Costruzioni, ad un anno e mezzo di distanza dall’evento che riunì insieme per la prima volta sindacati, associazioni imprese artigiane, cooperative e tutta la filiera delle costruzioni, tornano a riunirsi per denunciare, in una manifestazione a carattere nazionale, la grave crisi che investe il settore.
“Dopo aver proposto un modello di sviluppo basato su qualità e legalità dell’impresa e del lavoro -spiegano il presidente della Cassa edile di Rieti Franco Antonicoli e il vice presidente Francesco Agostani – sindacati e imprese tornano in piazza, il 1 dicembre a Roma, per gridare forte lo sdegno su un settore che è piegato da una crisi senza precedenti, con oltre 250 mila posti di lavoro persi, oltre il 300 per cento in più di utilizzo degli ammortizzatori sociali, oltre il 20 per cento medio di riduzione delle produzioni nei settori dei materiali da costruzione.
In sostanza –continuano Antonicoli e Agostini- circa 70 mld in meno di valore complessivo delle produzioni. Se a questo si aggiunge l’inaccettabile danno causato dai ritardati pagamenti che si presentano nella pubblica amministrazione, con punte di ritardo anche di 24 mesi, emerge un quadro di assoluta gravità.
Nel Lazio e in particolar modo nella provincia di Rieti – spiega nello specifico Antonicoli – nel 2009, già in piena crisi, abbiamo assistito ad un calo di abitazioni prodotte nel Lazio del 17,5 per cento rispetto all’anno precedente. Nel primo rendiconto trimestrale 2010 siamo addirittura scesi al 16,8.
Ad aprile del 2009 il valore di aggiudicazione di opere pubbliche sommava 146 milioni di euro. Ad aprile di quest’anno siamo scesi a 122 ( – 24 milioni ). Da gennaio 2010 assistiamo ad una caduta verticale ( oltre 35%) dei bandi di gara emessi, il trascinamento di questo dato prospetta quindi tagli produttivi ancor più pesanti nei prossimi mesi . Da un importo di 57 milioni di gare per opere pubbliche derivanti da partenariato pubblico-privato, siamo passati ad appena 3 milioni dell’aprile 2010.
Basti pensare che solo a Rieti – tiene a precisare il presidente di Cassa Edile – sono aumentate le ore di cassa integrazione in edilizia del 163 per cento passando da 85.014 nel 2008 a 139.145 del 2009. Un dato che mette in evidenza, se mai ce ne fosse bisogno, una caduta quasi totale di investimenti pubblici e di crisi finanziaria del sistema imprenditoriale anche reatino, non adeguatamente sostenuto da una politica del sistema creditizio, che è apparsa e appare stringente e riduttiva.
Ciò nonostante, il settore vuol guardare al futuro con ottimismo, anche se è illusorio pensare di uscire dalla crisi senza rimboccarsi le maniche.
Siamo consapevoli che dobbiamo cogliere le sfide che la crisi comporta, assumere un profilo forte di proposta ed innovazione – sottolinea il vice presidente Agostini.
Innovazioni di processo e di prodotto che certo comportano sforzi di aggiornamento, qualificazione, ammodernamento della struttura imprenditoriale. Dalle maestranze alle dotazioni dei materiali, alle capacità progettuali.
In questo senso penso alla bioedilizia, all’innovazione energetica, antisismica, a nuove politiche di mobilità, ad un nuovo concetto di città da cui ripartire per riprogettare il profilo urbano, con funzioni diverse e assumendo le compatibilità ambientali e di qualità della vita.
Il settore edile sa di dover affrontare questa sfida -conclude Agostini- e su questo terreno dovrà aprirsi giustamente ad una competizione selettiva. Appare evidente che l’ottimismo e la volontà non bastano se non c’è una politica che orienta, che agevola, che semplifica, che spiana la strada a questi processi virtuosi e che viceversa ci pare tenda ad attardarla nella paralisi decisionale, nella distanza sempre più ampia tra attese, bisogni e risposte concrete”.