“Altissimu onnipotente bonsignore, tue so’ le laude la gloria e l’honore et onne benedictione”, così inizia il Cantico delle Creature di San Francesco, un inno alla potenza del Signore e alla bellezza della Natura. Ma in pochi sanno che il Santuario di Fonte Colombo di Rieti è una delle principali tappe del cosiddetto Cammino di San Francesco, ovvero i luoghi fondamentali nella vita del Santo di Assisi.
E le associazioni GRUPPI DI RICERCA ECOLOGICA ed EUROPEAN CONSUMERS hanno inteso omaggiare la santità di questo luogo con un dono simbolico e nello spirito francescano: 14 lecci selezionati presso il vivaio forestale nazionale di Pieve Santo Stefano sono stati donati ai frati francescani affinché possano crescere rigogliosi sul Monte Rainero, quello stesso che San Francesco approcciò come Mosè sul Sinai.
“Uno stage di ricerca presso Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale di Pieve Santo Stefano – ha affermato Marco Tiberti, Responsabile Agromafie G.R.E. Lazio e Responsabile Dipartimenti Acque e Alimentazione in European Consumers – è stata l’occasione per conoscere questa splendida realtà scientifica, il cui futuro è però seriamente minacciato dalla soppressione del Corpo Forestale. E’ per questo che abbiamo voluto “prendere” una testimonianza di tale impegno scientifico, selezionando quattordici piante insieme agli esperti vivaisti al fine di destinarli ad uno dei massimi luoghi del Cammino di San Francesco”.
E infatti San Francesco, intento a riformulare la Regola che gli era stata bocciata dalla Chiesa, si ritirò proprio sul Monte Rainero, ad appena 7 km da Rieti, percorrendo un sentiero tra fitti rami di lecci secolari dirigendosi verso quello che era solo un presidio dei frati benedettini di Farfa. Qui sopra San Francesco scoprirà una fonte di acqua pura: insieme alle colombe si disseta e comincia a chiamare quel luogo Fonte Colombo. Trova una piccola grotta naturale e la sceglie per ripararsi a meditare: è il sacro speco. Senza barriere contro animali e intemperie, passa qui quaranta giorni. A volte affacciandosi verso la Valle Santa, un ammasso di nuvole copre la pianura che sta sotto, come una coperta di cotone bianco: al di sopra il sole e il cielo blu dipingono una cartolina.
“Per la sua longevità secolare, il leccio è considerato l’albero della vita – continua Marco Tiberti – una volta quando nasceva un bambino veniva piantato un leccio, che può arrivare a sfiorare finanche il millennio, rappresentando l’eterna sacralità della vita. I 14 piccoli lecci donati dalla Forestale sono stati tenuti per un periodo di acclimatamento a Cittaducale, ed ora, anche in considerazione che vivono nella zona fitoclimatica del lauretum, li abbiamo affidati alle premure di frate Marco che li farà crescere in vaso durante il periodo siccitoso estivo per poi trapiantarli nel bosco circostante il Santuario di Fonte Colombo”.