Oggi, martedi 28 giugno 2016, ricorrono 118 anni dal terremoto magnitudo 5.3 della Scala Richter che all’una del mattino nel 1898 mise in ginocchio Rieti e causò la morte di otto persone, tra queste una bambina di otto anni di Castelfranco. La scossa ondulatoria e della durata di circa nove secondi lesionò tantissimi edifici. Se la scossa fosse durata qualche istante di più Rieti sarebbe stata rasa al suolo.
Il forte sisma ebbe gravissime conseguenze sulla vita della città, ben 4.000 persone furono evacuate dalle loro abitazioni in quanto inagibili e costrette a vivere per mesi in tende installate nella Piana Reatina e messe a disposizione dal Regio Esercito.
Il caos e la paura pervasero i reatini e fu difficoltoso il lavoro delle Autorità per mantenere la calma ed organizzare i soccorsi. La città, rimasta deserta, venne protetta da gruppi di volontari che facevano da guardia contro possibili furti di sciacalli.
Oltre alle abitazioni private vennero lesionati lo Zuccherificio, la caserma dei Carabinieri, il palazzo della Prefettura, la Chiesa di Sant’Agostino che riportò anche il crollo della cupola, ecc.
Nelle ore successive altre scosse interessarono Rieti, di entità minore, ma che accentuarono il terrore della popolazione.
Oggi si ricorda un evento tragico che interessò la nostra città, un evento che ci deve insegnare che prevenire è l’unico modo per evitare morte e distruzione. Il terremoto è un fenomeno imprevedibile ed è proprio per questo che oggi dovremmo avere edifici sicuri e cittadini educati in materia, ma purtroppo non sempre è così, anche se molto si è già fatto nell’ultimo decennio.
Rieti è una città soggetta a terremoti, la faglia che causò il terremoto del 1898, che vi abbiamo ora raccontato, denominata “Conca Reatina” tutt’ora attiva, è la stessa che rase al suolo la nostra città nel 1268 con un sisma pari all’odierno magnitudo 6.5 Richter.
Foto: Archivio di Stato di Rieti