“Il Federalismo, Roma Capitale e il riordino istituzionale del Lazio”, è il titolo della conferenza dei Sindaci delle Province di Rieti, Latina e Frosinone svolto presso l’abbazia di Fossanova a Priverno.
“L’incontro che si è svolto – dichiara il Presidente della Provincia di Rieti – è la testimonianza di un disagio crescente nei territori del Lazio nel rapporto con la città di Roma. Il rischio che si sfaldi l’unità della nostra Regione è sempre più reale.
Per questo la classe dirigente del Lazio dovrà trovare soluzioni condivise che, pur riconoscendo il ruolo della Capitale, costruiscano un nuovo sistema istituzionale che non mortifichi i territori delle province. Non aiutano le dichiarazioni del sindaco Alemanno quando ci spiega che considera il Lazio l’area vasta di Roma.
Tali dichiarazioni rischiano di far apparire le province subordinate agli interessi della Capitale, c’è invece bisogno di disegnare presto un nuovo modello di regione che, attraverso un’equilibrata distribuzione di competenze tra Roma Capitale e gli altri Comuni delle province del Lazio, attui finalmente ciò che è scritto nella nostra Costituzione a tutto vantaggio dei cittadini e delle imprese. Non è un caso che nei testi che sono circolati non si attribuiscono a Roma Capitale funzioni in materia di Sanità.
La sola attribuzione delle altre importanti funzioni amministrative avrebbe come conseguenza un cospicuo spostamento di risorse dalla Regione alla città di Roma, lasciando sulle sole spalle delle province i debiti della Sanità, peraltro in gran parte prodotti all’interno delle mura capitoline. Così come le centinaia di milioni di euro dei fondi Fas che,destinati in tutta Italia alle aree sottoutilizzate, verranno inevitabilmente utilizzati per pagare debiti e non per investimenti destinati allo sviluppo.
E’ evidente quindi che le decisioni sui nuovi poteri alla Capitale debbano vedere coinvolte tutte le istituzioni locali se si vuole salvaguardare l’unità della nostra regione, in caso contrario sarà difficile evitare la separazione dei destini della Capitale da quelli delle province”.