PITONI, PRC: L'IDEA XENOFOBA NON E' PREVALENTE A GRECCIO

Greccio

Leggo un manifesto firmato “I CITTADINI DI GRECCIO” che in merito ad una eventuale e futuribile presenza di persone di etnia Rom nel paese, attraverso la realizzazione di un impianto ad hoc per l’emergenza abitativa, gestito dalla provincia di Rieti attraverso la società Rieti Turismo, pone rimostranze e faccio alcune riflessioni, mi auguro utili per aprire un dibattito utile a  tutta la nostra cittadinanza(me compreso).

Intanto io sono un cittadino di Greccio e mi sento estraneo a quel documento pubblicamente affisso.

Mi domando, poi, se gli estensori del testo non s’identifichino in modo più tracciabile,  perché dietro l’idea xenofoba che il manifesto sottende ci si vergogni o per il fatto che la terza persona dell’indicativo presente del verbo avere necessita di una h?
Ritengo che quest’appello, al di là delle questioni politiche, sia stridente e inopportuno in un luogo dove c’è l’impronta, forte di S.Francesco e del suo messaggio di pace, incontro ed accoglienza.

Ritengo legittimo invece che si manifestino delle  perplessità e le rispetto anche, ma le rivendicazioni in atto sono secondo me viziate da un deficit d’informazione rispetto alla vicenda.
Intanto l’assessore Mezzetti ha esplicitamente detto che l’impianto non si realizza per ospitare i rom(popolazione già martoriata dallo sterminio nazi-fascista) ma solo a fini di ricezione turistica, in quanto ha specificato che le persone di tale etnia nella nostra provincia sono alloggiate in un apposito insediamento della Sabina, mentre queste affermazioni nella pubblica affissione non vengono riportate.
Io a quel consiglio comunale c’ero e credo di poter affermare che il manifesto in questione è stato scritto da persone non presenti ai lavori dell’assise comunale.

Là dove, tra l’altro, Greccio dovesse ospitare delle famiglie Rom, per affrontare l’impatto sociale del nomadismo, penso che potremmo e dovremmo anche farlo, con la riserva di proferire giudizi, quali che siano, dopo un periodo reale d’insediamento.
Del resto sovente si “scaricano” i problemi di uno strato della società su altri strati di questa, come avviene con le multe inerenti lo splafonamento delle quote latte ingenerato dagli allevatori, perché tutto è in connessione.

Così anch’io che contribuisco alle somme dovute in questo caso dall’Italia all’Europa, sono convinto che se voglio bere latte, quello che non piove dal cielo ma che si produce con la fatica di chi per me si leva all’alba, sia giusto farlo.
Penso inoltre che questo manifesto altro non sia che lo specchio di ciò che attraverso i mezzi di comunicazione, chi muove i fili delle trame  della società, vuole farci tornare, sicché si debba ingenerare un meccanismo di guerra tra poveri che distragga le persone da quei meccanismi di enorme sperequazione della ricchezza esistenti  al mondo.
Così anziché riprendercela con chi guadagna più di cinquecento volte il salario di un operaio medio ce la riprendiamo con i rom.