Reparti di eccellenza all’ospedale San Camillo De Lellis ci sono, anche se spesso il nosocomio reatino deve fare spesso i conto con casi di malasanità. Tra i reparti che ritengo siano tra le punte di diamante dell’ospedale c’è senza dubbio il reparto Hospice inaugurato nel 2005. Una struttura che però, oggi, sembra quasi fare parte di un mondo a sé.
Nato come centro di terapia del dolore è oggi dimenticato dalla Direzione dell’AUSL di Rieti e, se non fosse per le doti umane e professionali del personale addetto, ci troveremmo davanti ad un reparto allo sbando totale, un luogo angusto dove passare gli ultimi giorni di vita per i malati colpiti da patologie neoplastiche e non neoplastiche.
Oggi, a distanza di quattro anni, sotto la direzione del primario facente funzioni e della coordinatrice con l’ausilio di appena cinque o sei infermieri distribuiti su più turni, detto reparto pone tra i suoi obiettivi l’attenzione verso il malato trattandolo con rispetto, dignità e umanità ma soprattutto conferendogli fiducia e speranza di vita.
Il personale altamente professionale e con elevato senso di responsabilità contribuisce in maniera determinante al raggiungimento dell’eccellenza del reparto. Una struttura che purtroppo si vorrebbe trasferire presso l’ex ospedale psichiatrico facendolo diventare un deposito per malati terminali dove passare le ultime ore di vita.
Non è possibile permettere questo. Chiedo con fermezza e determinazione al general manager Dott. Gabriele Bellini – che per via di dolorose esperienze personali ha avuto modo di toccare con mano le eccellenti qualità di assistenza del reparto – di evitare il deleterio smembramento e trasferimento in altra sede.
Mi auguro che non si voglia non solo trasferire la struttura ma svilupparla ulteriormente conferendo quell’assetto organizzativo che merita una struttura così importante e che dà fiducia ai cittadini ma soprattutto speranza ai malati inserendoli in un ambiente sereno.>