Acqua, nessun ristoro per il reatino, a breve tutto in mano ad ACEA

Acqua

In molti hanno evidenziato come il ristoro economico per l’acqua del Peschiera-Le Capore, annunciato per l’ennesima volta come finalmente ottenuto, sia ben poca cosa rispetto a quanto in precedenza promesso.
In realtà la politica è l’arte del possibile, quindi non sarebbe questo il vero problema, che è invece un altro. Il problema è che quei soldi non arriveranno nel Reatino, mentre l’acqua se ne va per sempre.
I soldi probabilmente non arriveranno perché è volontà della Regione di andare verso l’ATO unico regionale (DGR 40/2014), come richiesto espressamente da ACEA S.p.a., ed è volontà del Governo Renzi dare rapida attuazione alla riforma Madia, su impulso del Sottosegretario reatino Rughetti, approvando la bozza di Testo Unico dei Servizi Pubblici Locali che prevede l’ampliamento degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) almeno alle cosiddette Aree Vaste e alle Città Metropolitane e l’obbligo di privatizzazione di tutti i servizi pubblici, in spregio al referendum del 2011.
Questo significa che, a breve, non esisteranno più l’ATO2 e l’ATO3 e tutta la gestione del Servizio idrico integrato del Lazio e del centro Italia sarà in mano ad Acea S.p.a., vanificando automaticamente l’efficacia dell’accordo appena siglato, con buona pace delle aspettative del territorio reatino di ricevere almeno i 36 milioni del pregresso e i 6 milioni di euro l’anno previsti.
L’acqua reatina nel frattempo se ne andrà per sempre perché, con una capriola storica, la concessione è data come “già rilasciata” al Comune di Roma, cioè ad ACEA stessa.
Infatti, la delibera di Giunta che approva il nuovo schema di “Convenzione obbligatoria per la gestione dell’interferenza idraulica del sistema acquedottistico Peschiera-Le Capore”, parte proprio da questa assunzione. Invece, è noto che dal 1996 non esiste alcun titolo di concessione relativo a tali sorgenti.
In proposito l’Assessore Refrigeri ha addirittura dichiarato di non vedere altra soluzione se non quella di porre in capo ad “Acea Ato 2 S.p.A.” la titolarità futura delle concessioni precisando che, <<diversamente, non si vede perché dovrebbe pagare per l’interferenza>>.
Peccato che questo sia contro la legge.
L’art. 5 della Legge regionale 5 del 2014 stabilisce infatti che prima si debbano individuare gli ambiti di bacino idrografico per la gestione della risorsa (comma 1), poi la titolarità delle concessioni delle sorgenti (comma 2) ed infine i rapporti di interferenza tra ambiti e di conseguenza le cifre da ristorare (comma 3).
Così, dopo che tutti i presidenti di Regione, di Provincia e sindaci di Roma hanno consentito l’affidamento diretto senza gara ad ACEA S.p.a. di un servizio del valore di miliardi di euro, Zingaretti stavolta da Presidente di Regione, insieme a Refrigeri e tutto il PD, regala definitivamente alla stessa multinazionale una derivazione idrica del valore di 500 milioni l’anno.
Se questo è il lavoro egregio svolto dai tecnici del nostro assessore di riferimento, come commentato dal deputato Fabio Melilli, congratulazioni!
Cosa fare quindi?
Prima di tutto: la nuova deliberazione sia annullata.
Dopodiché, come si sa la Regione aveva deliberato con D.G.R. 936/2006 un pagamento di 25 milioni di pregresso dal 2003 e di 8 milioni annui. Questi soldi non sono mai arrivati, nonostante le ingiunzioni di Guardia di Finanza e Corte dei Conti; situazione che ha portato addirittura la Provincia di Rieti a citare in giudizio nel 2015 tutta la propria “filiera” politica ed amministrativa: ATO2, AceaATO2 S.p.A, Roma Capitale, Regione Lazio.
Ecco, la Regione dovrebbe semplicemente, come la stessa Provincia chiedeva nella citazione, attuare l’intervento sostitutivo nei confronti dell’ATO2 stessa, consentendo immediatamente l’incasso di 105 milioni di euro da parte dei Comuni dell’ATO3, necessario agli investimenti e oltretutto già inserito nelle bollette dei romani.
Parallelamente ridefinire gli ATO come “ambiti di bacino idrografico”, ripartendo dalla Legge Regionale 5/2014, (di iniziativa popolare e approvata all’unanimità dal Consiglio regionale) che ha abrogato la Legge Regionale 6/96 ma che non è stata ancora attuata, e quindi modificare il vecchio schema di convenzione con una regolare nuova concessione delle sorgenti agli Enti locali interessati allo sfruttamento sostenibile della risorsa.
E’ infatti ancora pendente in Commissione Ambiente la Proposta di Legge 238 che avrebbe risolto la questione definitivamente, ridando tra l’altro sovranità ai Comuni che oggi invece si vedono espropriati della gestione del servizio e degli introiti dalle singole convenzioni stipulate negli anni con ACEA a favore dell’ennesima S.p.a. provinciale pilotata dalla politica.
Rieti Virtuosa