MOZIONE IN REGIONE PER POSTICIPARE LA CHIUSURA DELLA CACCIA

Cane con beccaccia

L’indirizzo dato dal Consiglio regionale del Lazio alla presidente Renata Polverini nella seduta di ieri attraverso una mozione approvata all’unanimità dai 36 votanti, è stato quello di posticipare, nel territorio del Lazio, la chiusura della caccia al 31 gennaio 2011, solo per alcune specie di uccelli, al fine di rendere omogeneo l’esercizio dell’attività venatoria rispetto alle normative delle regioni confinanti.
L’opposizione non ha partecipato al voto.

"In sostanza –afferma il consigliere Nobili- con l’approvazione della suddetta mozione si è intenzionati a prorogare a tale data la caccia di alcune specie (alzavola, fischione, germano reale, tordo e baccaccia) per uniformare il nostro calendario con quello delle regioni vicine, in particolare Umbria e Toscana.  Considerato che si tratta di selvatici migratori appare infatti contraddittorio chiudere il prelievo venatorio nel Lazio al 20 gennaio 2011 mentre nelle altre regioni è consentito fino al 31 gennaio".

"E questo –precisa il consigliere regionale Pdl- a fronte di un calendario venatorio europeo che nella stragrande maggioranza dei casi vede la possibilità di cacciare addirittura fino al 28 febbraio.

Tale situazione, come è logico immaginare, innesca un turismo venatorio verso paesi esteri (Marocco, Spagna, Jugoslavia, Romania), agevolando i più abbienti e favorendo l’uscita di ingenti somme di denaro dal nostro paese, visto il giro d’affari prodotto. Viceversa, discrimina i cacciatori italiani e ancor più quelli laziali costretti a non esercitare l’attività come i colleghi delle altre regioni.

Qualora l’indirizzo fornito attraverso l’approvazione dell’emendamento non fosse accolto dalla Giunta del Lazio –conclude la Nobili- si dovrebbe prevedere una decurtazione delle tasse pagate da ogni singolo cacciatore laziale”.