LE OOSS CHIEDONO UN CONFRONTO SUL RIORDINO DELLA RETE OSPEDALIERA DEL LAZIO

Ospedale San Camillo De Lellis di Rieti

Il piano di riordino della rete ospedaliera, presentato dal Commissario Polverini al  Governo, penalizza le province del Lazio prevedendo la riconversione di 27 ospedali, in assenza di un contestuale rafforzamento dei servizi territoriali.

CGIL CISL UIL chiedono al Presidente-Commissario l’immediata apertura di un tavolo di confronto  sulla Sanità e ribadiscono:

NO ALL’AUMENTO DI NUOVE TASSE. NO A NUOVI  TICKET. PIU’ EQUITA’.
I cittadini e le Imprese del Lazio sono i più vessati d’Italia. I nuovi aumenti fiscali (+ 0,30 IRPEF, +0,15 IRAP) porteranno le addizionali Irpef al 1,7% a carico dei lavoratori dipendenti e pensionati (circa 250 ml che si sommano ai 650 ml dei precedenti aumenti) e le aliquote Irap a 4,97%. In una situazione di crisi e di accentuata evasione fiscale, risulteranno  insopportabili ed iniqui.

NO AL TAGLIO DEI POSTI LETTO.  SI AI SERVIZI TERRITORIALI
CGIL CISL UIL sono contrari alla chiusura indiscriminata dei presidi ospedalieri. 
Chiedono:  – il potenziamento dell’ospedale di Rieti;
– la riqualificazione degli ospedali di Amatrice e Magliano;
– di potenziare l’assistenza domiciliare integrata, l’apertura di residenze sanitarie assistenziali (RSA) e l’assegnazione di posti di riabilitazione e lunga degenza.

NO ALLA DIVISIONE IN MACRO AREE
L’individuazione delle 4 Macro Aree per il territorio del Lazio non può essere accettata perché non garantisce un’offerta dei servizi corrispondenti  alla popolazione residente nelle province. Infatti il rischio è che si cristallizzi l’offerta ospedaliera, mantenendo inalterato lo squilibrio attualmente esistente.

NO AL BLOCCO DEL TURN-OVER NELLA SANITA’ PUBBLICA.
SI ALLA STABILIZZAZIONE DEI PRECARI E ALLA REINTERNALIZZAZIONE DEI  SERVIZI
Il blocco delle assunzioni rischia di provocare la paralisi in alcuni comparti della sanità pubblica. Nell’immediato molti servizi come i pronti soccorso, le rianimazioni e le sale operatorie potrebbero essere chiusi e/o ridimensionati  a causa della mancata conferma del personale medico ed infermieristico (oltre 3000 unità). 
                   
                                            RICHIEDONO

L’APERTURA DI TAVOLI DI CONCERTAZIONE TERRITORIALI E SETTORIALI PER LA SANITA’ PUBBLICA E PRIVATA
• Il rispetto degli accordi sottoscritti tra regione e OO.SS. per la stabilizzazione del personale precario, l’apertura di posti letto per RSA a seguito di eventuali riconversioni;  
• Lo sblocco della mobilità tra le aziende;
• Il mantenimento degli attuali livelli occupazionali;
• Il congelamento di tutte le procedure di licenziamento avviate dalle strutture private accreditate e verifica degli standard di personale.

UN ACCORDO SULLE LISTE DI ATTESA
Le liste di attesa per i cittadini del Lazio continuano a registrare tempi troppo lunghi: per un’ecografia tiroidea e mammaria ci vogliono180 gg, 220 per un Ecodoppler, oltre 150 per una Risonanza magnetica. Per questo chiediamo:
• il potenziamento del RECUP elevando la disponibilità delle prenotazioni dall’attuale 30% all’80%, attraverso l’inserimento  nel sistema, di tutte le strutture pubbliche e private accreditate;
• l’attuazione dell’accordo sulla riorganizzazione del RECUP sottoscritto tra la regione e le organizzazioni sindacali in data 9 aprile 2009;
• la garanzia dei tempi di attesa previsti (30 gg. per la prima visita e 60 gg. per la diagnostica), il controllo sull’attività svolta in orario ordinario e la compatibilità con l’attività intramoenia, obbligando se necessario le aziende al rispetto dei tempi previsti attraverso penalizzazioni.  

NUOVI POSTI PER RESIDENZE SANITARIE ASSITENZIALI (RSA)
Occorre potenziare il servizio pubblico nell’attivazione di Posti letto di RSA, in strutture residenziali e non residenziali  per la non autosufficienza.  E’ necessario attivare da subito il piano sulle RSA e la contestuale revisione-abbassamento delle rette a carico degli enti locali e/o dei cittadini. I pensionati del Lazio pagano le rette più alte d’Italia circa oltre 1.500 € al mese.

USCIRE DAL COMMISSARIAMENTO
E’ necessario predisporre un nuovo Piano di Rientro, concertato con le organizzazioni sindacali, al fine di consentire l’uscita dalla gestione commissariale  e il ritorno alla programmazione ordinaria della sanità in questa regione.