Un antico rito pagano e una gustosa ricetta tipica: è con questi “ingredienti” che Paganico Sabino, ormai da 26 anni, celebra il 1° maggio riproponendo una giornata affascinante e misteriosa che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Il ritorno alla vita e la rinascita rappresentano infatti l’allegoria del “Calendimaggio”, una festa tipica della tradizione contadina che è ancora fortemente radicata nel borgo, fra i più antichi della Valle del Turano.
E così anche quest’anno, alle 11.30, tornerà puntuale il suggestivo rito: rigorosamente digiuni, gli abitanti del posto immergeranno tre ghiere di noci in un bicchiere colmo di vino pronunciando “San Félìppu e Jàku, faccio a Kalènnemàju, se mòro affonno, se nò ritorno”. Se le noci resteranno a galla, quella in arrivo sarà un’ottima stagione per il raccolto!