La sovrappopolazione del colombo mette a rischio ambientale la città di Rieti

Rieti, colombi nel centro storico

In tutti gli angoli della città si nota, oramai, la presenza d’inquinamento del colombo, con deiezioni, piume, escreti, uova, carcasse in putrefazione.
Forse non tutti sanno che questi elementi favoriscono l’inurbamento di altri sinantropi non tollerabili quali topi, acari, zecche, mosche spesso vettori di pericolose zoonosi o causa di allergie.
E’ nota, inoltre, l’azione deturpante e corrosiva sugli edifici monumentali e su quelli privati degli escrementi dei volatili inurbati.
Ulteriori danni derivano dalle ostruzioni di grondaie con il materiale trasportato dagli uccelli, dall’odore molesto e dal rumore nei siti di nidificazione e di dormitorio.
Per i suesposti motivi, nel 2011 l’ex Sindaco di Rieti emise un’Ordinanza, al fine di evitare conseguenze dannose a cose e persone, invitando i proprietari/responsabili di immobili siti all’interno del Centro Storico a provvedere all’installazione di sistemi atti ad evitare la nidificazione e lo stanziamento dei colombi negli edifici.  I sistemi di chiusura consigliati nell’ordinanza erano le griglie o le reti o altri mezzi idonei a chiudere gli accessi ai siti atti alla sosta ed alla nidificazione dei colombi.
Si fa notare all’attuale Amministrazione Comunale che i colombi che si sono insediati sono cresciuti di numero, anche, all’interno del Cimitero, ed inquinano in forma, inaccettabile, sia le tombe che i luoghi di transito dei visitatori. Per questi motivi i cittadini si attendono una risposta urgente a riguardo, da parte Sindaco di Rieti sia per le azioni che l’Amministrazione Comunale intenderà prendere nelle prossime ore, che per la risoluzione di questo increscioso, dilagante e dannoso fenomeno per tutta la collettività.
Al fine di fare prevenzione, contro gli agenti patogeni, i cittadini chiedono di far effettuare tutte le operazioni di disinfestazione e pulizia nell’ambito cimiteriale, che versa nel più assoluto degrado e abbandono, ed evitare che i cittadini, che si recano a far visita ai propri cari, entrino in contatto diretto con le feci degli animali.
Di Roberto Iacoboni