Se sperperare danaro pubblico per consulenze provenienti dall’Adriatico “poco hanno a che vedere con le relazioni sindacali” –come riporta il comunicato della Direzione- lo stabilirà chi ne ha competenza e responsabilità.
Con la stessa competenza e responsabilità gli organi di controllo dovranno verificare se la d.ssa Laura Figorilli, così come dalla medesima dichiarato, sia o meno nelle condizioni che la legge prevede in tema di inconferibilità ed incompatibilità per l’attuale incarico di Direttore Generale della AUSL Rieti. Per quanto questa Federazione ha appreso visionando il sito Aziendale, tale dichiarazione non sembrerebbe corrispondere a quanto pubblicato, risultando la dottoressa, addirittura dipendente della stessa AUSL di Rieti.
Con quale terzietà, se ciò risultasse vero, la Figorilli può ergersi a censore degli altrui costumi o meglio come riportato nel suo comunicato stampa “…rompendo gli attuali, atavici equilibri, dove ahinoi, in molti hanno consolidato rendite di posizione e privilegi che ora non sono più difendibili” promuovere credibilità e cambiamento?
La CISL FP del Lazio a differenza di “altri” non ha “piccoli ed egoistici interessi” e neanche “mura, letti ed operatori come se fossero di proprietà privata”. Non abbiamo alcunché di “mio e tuo” da difendere.
La CISL FP del Lazio è impegnata a sostenere la sanità reatina checché ne pensino Direzione Generale ed altre sigle. Conosce bene lo stato di crisi che vive il territorio ed ha coscienza anche del saldo economico pesantemente negativo dell’Ospedale di Rieti. La CISL lo conosce talmente nel dettaglio che proprio sul personale interinale – circa 250 dipendenti tra infermieri e tecnici in servizio da ca 10 anni- ha più volte e con forte determinazione richiesto la loro stabilizzazione generando così risparmi e non aggravio di costi.
La Direzione Generale, in piena difficoltà per scelte strategiche non condivise finanche con le Organizzazioni di Volontariato, anziché acuire i contrasti tra gli operatori, dovrebbe ripensare ad esempio, la riorganizzazione per il Polo Chirurgico, che così come l’ha attuata sta comportando purtroppo un aumento della mobilità passiva verso le Regioni limitrofe.
E’ con tale cognizione che ha deciso di portare il DG di fronte al giudice del lavoro in difesa di un principio sacrosanto che è quello della dignità di chi lavora. Nessun lavoratore può essere discriminato e pertanto vessato all’interno del proprio posto di lavoro perché esercita la funzione sindacale. Principio questo posto a fondamento e garanzia della attività che contraddistingue ogni lavoratore che svolga un ruolo sindacale.
Tra l’altro si ritiene opportuno precisare riguardo ad alcune cosiddette perplessità –prontamente riprese dalla Direzione Generale- di altre sigle sindacali apparse su Il Messaggero dello scorso sabato riguardanti la opportunità di difendere tali principi, che anche la UIL FPL del Lazio ha appena ottenuto accoglimento di un ricorso analogo presso il comune di Roma.