Chiunque abbia un po’ di frequentazione di organi collegiali sa che diverso è il momento dell’apertura di seduta da quello della votazione dei punti in approvazione; dovrebbe essere prassi costante di chi non intenda sostenere i temi in discussione far valere, a ragione, la sussistenza del numero legale all’approssimarsi della votazione, lasciando cosi alla maggioranza l’onere dell’approvazione dei provvedimenti che sostiene e nello stesso tempo garantendo la funzionalità delle istituzioni.
Pare una questione sufficientemente chiara che può sfuggire solo a chi non riesca ad affrontare l’argomento con il necessario distacco.
Ribadisco pertanto che questo passaggio non può sfuggire a gente esperta che si candida a governare, men che meno al gruppo del PDL provinciale condotto con furore irrituale dal dottor Costini, impeto che trapela anche negli eccessi polemici di questi tempi, che lascia intravedere qualcosa di politicamente irrisolto.
Se solo avesse prestato attenzione a quanto accadeva in commissione invece di concedere, come altri autorevoli rappresentanti del PDL, solo qualche fugace apparizione, avrebbe oggi ben chiaro l’iter che la maggioranza ha proposto di osservare, su indicazione dell’assessore Pastorelli.
La realtà è che il capogruppo del PDL prova a cavalcare una spericolata operazione di puro stampo demagogico per accaparrarsi qualche simpatia in più tra i cacciatori, dimenticando tra l’altro che negli ultimi anni la caccia al cinghiale ha causato numerosi incidenti, registrando 9 morti tra coloro che esercitavano l’attività di caccia al di fuori delle squadre.
Numeri considerevoli che chiederebbero maggiore equilibrio da parte di tutti.
E’ bene che il capogruppo del PDL si rassicuri; il regolamento sarà approvato nelle forme imposte dalla normativa vigente ed avrà modo di contenere norme che garantiscano maggiore sicurezza (compresa quella alimentare) ai cacciatori, ai raccoglitori di funghi ed ai frequentatori dei boschi in generale a garanzia di un utilizzo equilibrato dell’habitat.