Futuro economico incerto (65%), desiderio di poter continuare ad aiutare i figli in caso di bisogno (22%) ma anche poter mantenere l’attuale tenore di vita (16%); consapevolezza degli strumenti di risparmio disponibili (fondi pensione in testa con l’87%) e delle figure professionali a cui rivolgersi (87%). Questi i risultati dell’ultima ricerca dell’Osservatorio UnipolSai 2015, affidata a Nextplora che ha analizzato sensazioni e attese dei reatini legate al risparmio.
Lo scenario nazionale migliora: nel secondo trimestre del 2015 si è registrato un significativo segnale di miglioramento della spesa delle famiglie, (+0,4% di variazione, la più alta dal 2010) dovuta da un lato all’aumento del potere d’acquisto (+0,2%) e in parte anche attraverso un ricorso al risparmio, la cui propensione è scesa di 2 decimi di punto all’8,7% (dati Istat settembre 2015).
I reatini tuttavia sembrano essere ancora cauti: un 65% afferma che il futuro dal punto di vista economico sarà sempre più incerto in quanto la crisi ha lasciato il segno, un altro 18% del campione è convinto che non si tornerà più ai livelli pre-crisi e avremo meno soldi a disposizione. C’è poi chi non è del tutto d’accordo e vede un futuro più sereno e in discesa con un po’ di attenzione al risparmio (8%). C’è infine chi è convinto che oltre allo Stato bisognerà pensare in prima persona mettendo da parte capitale e utilizzando forme di risparmio private (4%).
Cosa si desidera per il futuro. I reatini mostrano di avere le idee ben chiare: attraverso le forme di risparmio attivabili oggi il desiderio più inseguito risulta essere legato alla famiglia: il 22% infatti desidera poter continuare ad aiutare i figli in caso di necessità, il 5% invece vorrebbe non gravare su di loro quando aumenterà il bisogno di cure mediche e assistenza sanitaria. Non manca poi chi desidera poter mantenere l’attuale tenore di vita (16%) o perlomeno che sia sufficiente anche se inferiore all’attuale (49%).
Le forme di risparmio conosciute. La conoscenza in merito degli intervistati reatini è ampia: si va dai fondi pensione (87%) alle polizze vita (83%), passando per i fondi di investimento (79%) e la classica pensione (74%). Chiudono il quadro generale i conti deposito (70%) e i piani pensionistici individuali (61%).