I risultati dell’indagine archeologica che si è svolta in questo mese di Dicembre a Camporeatino, hanno superato le più rosee previsioni.
Dagli scavi effettuati sul “famigerato” pozzo, emerso all’inizio dell’estate, costituito da una strana struttura fatta di blocchi squadrati di travertino, ad una profondità di quattro metri, è stata scoperta una camera artificiale realizzata sul banco di travertino. Ci troviamo di fronte ad un finto pozzo? Oppure ad una tomba a pozzo?
Si attende una risposta, entro il mese di Gennaio, dal proseguimento dell’indagine archeologica, da parte dell’equipe di archeologi, diretta dal Prof. Virili dell’Università “La Sapienza” di Roma.
Un’ulteriore indagine che era iniziata alla fine dell’estate, su un’area ristretta, aveva fatto emergere dei residui carboniosi oltre a reperti ceramici, una situazione che “in primis” poteva sembrare solo un accumulo di materiali trasportati per dilavamento. Sono, invece, emersi reperti dell’età del ferro, tra i quali una punta di lancia intenzionalmente piegata.
La punta di lancia sembra essere un reperto molto interessante, essa, infatti, si presenta volontariamente piegata, a forma di spirale.
Un ritrovamento eccezionale da ascrivere alla cultura Italica dell’età arcaica, epoca sulla quale le fonti antiche poco dicono e che, a fatica, si sta tentando di ricostruire, grazie appunto alle fonti archeologiche.
Il reperto potrebbe essere stato l’oggetto simbolico di un rito d’inumazione praticato nella necropoli?
Gli studi attuali collocano il ritrovamento di amuleti magico- religiosi, nelle aree sacre, ascrivibili al tipo di civiltà dell’antico bacino mediterraneo dei culti a sfondo magico agrari.
Il simbolo della spirale, utilizzato nelle antiche tombe o utilizzato come oggetto di culto, simboleggia la morte e il ritorno nel grembo della terra, necessario affinché lo spirito rinasca nella terra dei morti.
Il concetto di morte e rinascita significa la continua trasformazione e purificazione dello spirito nel corso della vita.
Il ritrovamento della punta di lancia è avvenuto vicino ad una fossetta, ricca di residui carboniosi, vicino l’attuale strada poderale, si può ipotizzare, che anche il vecchio tratturo preistorico, lì presente aveva la sua importanza strategica, commerciale e religiosa, in quanto collegava la strada pedemontana con le zone a valle, non paludose, spesso ricoperte di fitti boschi di querce secolari.
Il tratturo era, dunque, ubicato ai margini dell’antico lago Velino, e doveva collegare agli inizi del IX secolo a.C., i numerosi insediamenti sorti nelle radure strappate alle fitte boscaglie circostanti, ovvero tutto il pianoro attualmente area aeroportuale e le zone confinanti fino al fiume Velino.
Gli insediamenti dovevano sorgere a poca distanza l’uno dall’altro e costituiti da piccoli gruppi, forse clan, che non superavano le poche centinaia di individui. Ogni villaggio aveva nelle sue immediate vicinanze il proprio sepolcreto.
La necropoli di Camporeatino, è la prova, indiretta, della presenza di un antico villaggio, ancora da scoprire, ma ci consente di comprendere, almeno in parte, l’organizzazione sociale ed il grado di civiltà raggiunto dagli antichi abitanti.
di Roberto Iacoboni