Un allevatore di cinquantanni, C.A., è finito in manette per un residuo di pena relativo al reato di estorsione in concorso. I fatti risalgono ad alcuni anni fa, quando l’uomo era stato denunciato nell’ambito di una più complessa attività investigativa nella quale erano emersi gravi indizi di colpevolezza per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e all’estorsione.
L’allevatore aveva avuto un ruolo di primo ordine in seno all’organizzazione e nel corso di tale vicenda aveva scontato una parte della pena.
Nella sentenza emessa la Vigilia di Natale dalla Corte d’Appello di Roma, a seguito di processo di secondo grado, è risultato che l’uomo doveva espiare un residuo di pena pari a 4 mesi e pertanto nei suoi confronti, la citata Autorità Giudiziaria ha emesso il provvedimento restrittivo da scontare in regime di arresti domiciliari.
I Carabinieri di Poggio Mirteto lo hanno individuato e portato in caserma dove successivamente alla notifica del provvedimento e alle formalità di rito è stato tradotto presso la propria abitazione per l’espiazione della pena detentiva.