Vittorio Bachelet ricordato dal figlio Giovanni nel corso del Concerto a lui dedicato

Sembrava di averlo accanto. Questa la sensazione che in molti hanno provato nell’ascoltare Giovanni Bachelet raccontare alcuni aspetti della vita del padre Vittorio, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, ucciso nel 1980 dalla brigate rosse all’Università “La Sapienza” di Rom, con accanto una giovanissima Rosy Bindi.
Commovente e coinvolgente anche il filmato proiettato all’Auditorium Varrone nel pomeriggio del 29 novembre, alla presenza di tante persone intervenute per esprimere non un semplice interesse, ma profonda stima e gratitudine verso un uomo che ha fatto della propria vita una chiarissima testimonianza di fede incarnata.
Questo grande uomo, già Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, che traghettò l’Associazione laicale più diffusa in Italia verso il nuovo e storico Statuto alla fine degli anni ‘60, è stato ricordato con un applauditissimo concerto a lui dedicato, durante il quale si sono esibiti il Coro di Santa Barbara in Agro diretto dal M° Sara Turani e la Banda Orchestra di Poggio Bustone, diretta dal M° Moreno Porazzini.
All’evento, ben coordinato e presentato con passione da Stefano Ciancarelli, da molto tempo impegnato nell’Azione Cattolica Italiana, hanno partecipato diversi esponenti della realtà politica, religiosa e culturale della città. Presenti il Vescovo di Rieti Mons. Domenico Pompili, Mons. Lorenzo Chiarinelli, già Vescovo di Viterbo, Gian Piero Marroni presidente del Consiglio comunale, Daniele Mitolo Consigliere regionale.
Tra i partecipanti, oltre don Zdenek Kopriva attuale Assistente unitario dell’Azione Cattolica di Rieti, anche gli ultimi quattro Presidenti diocesani: Licia Alonzi, Alessio Valloni, Marco Colantoni e l’attuale presidente Silvia Di Donna. Tutti hanno colto un serio insegnamento dalla figura di Vittorio Bachelet, riproposta tramite una pubblicazione curata dalla casa editrice AVE, “Taccuino 1964”, un’agenda di appunti personali di Bachelet che proprio nel 1964, nominato da Papa Paolo VI, divenne Presidente dell’AC.
È stato, ed è ancora, un uomo capace di suscitare entusiasmo e ammirazione, perché ha espresso la concreta possibilità di coniugare nella vita l’essere padre premuroso e marito affettuoso, laico competente e appassionato nella costruzione del bene comune, fedele convinto e tenace nel diffondere e costruire il Regno di Dio.