La stagione autunnale entra nel vivo con i suoi colori, profumi e sapori caratteristici: e in un borgo circondato da castagneti secolari di rara bellezza non potevano che organizzare una festa dedicata alla “ghianda di Giove”. Domenica 8 novembre torna a Paganico Sabino l’appuntamento con la tradizionale “Castagnata”, giunta alla16esima edizione: non una semplice sagra, ma un vero e proprio tuffo all’indietro nel passato grazie alla mostra di arredi sacri e attrezzi della civiltà contadina. In questo tratto della provincia di Rieti, d’altronde, la castagna è un prodotto legato a doppio filo all’economia agricola da tempo immemorabile: arrostita, bollita in acqua o latte, seccata e macinata come il chicco di grano e impiegata in polente e puree, da queste parti “il cereale che cresce sugli alberi” ha avuto la stessa valenza del pane per tanti secoli.
Domenica 8 novembre, a Paganico Sabino, a partire dalle 12.20, le caldarroste verranno servite nel classico cartoccio insieme alla pasta fatta in casa, alle salsicce, alle bruschette e all’immancabile vino rosso. La manifestazione si svolgerà nel centro diurno con posti coperti da capienti tensostrutture, e a disposizione dei visitatori ci sarà un bus-navetta per raggiungere la sagra dopo aver parcheggiato l’auto lungo la via che porta al paese. A fare da sfondo alla manifestazione saranno gli spettacoli musicali dal vivo, mentre i caratteristici vicoli del borgo, fra i più antichi e suggestivi dell’intera Valle del Turano, saranno impreziosite dagli stand dei prodotti tipici della Sabina.
Tra una portata e l’altra non si può non visitare la mostra della memoria nel centenario della guerra 15-18, ricca di testimonianze dal vivo di abitanti che la combatterono in prima persona.
I più curiosi potranno andare alla scoperta della suggestiva “Pietra Scritta”, il monumento funerario della famiglia dei Muttini risalente alla seconda metà del I secolo a.C: si tratta di un monumento funerario “a dado”, realizzato quindi modellando un masso erratico esistente sul posto e che si era probabilmente distaccato dall’incombente monte Cervia. E ancora della Chiesa di San Nicola, che risale al 1.300, della Chiesa di Santa Maria dell’Annunciazione e di quella dedicata a San Giovanni Battista. Chi volesse approfondire lo stretto rapporto che lega Paganico Sabino alle castagne, potrà inoltre incamminarsi lungo un itinerario che attraversa vari appezzamenti di castagneti da frutto di grandi dimensioni e di straordinaria bellezza per l’armonia della forma del fusto e della chioma.
Informazioni: 3408505381 – info@fuoriporta.org
Cosa vedere:
La trecentesca Chiesa di San Nicola, quella di Santa Maria dell’Annunciazione e quella di San Giovanni Battista, oggi parte integrante del cimitero.
Nei dintorni:
La “Pietra Scritta”, un monumento funerario risalente alla seconda metà del I secolo A.C, e lo splendido Lago del Turano.
Come arrivare:
Autostrada Roma-L’Aquila (A24) fino all’uscita di Carsoli, da qui si segue la via Tiburtina fino alla deviazione per la Strada Provinciale Turanense. A questo punto si prosegue in direzione Rieti fino a giungere a Paganico circa 15 Km dopo.