Successo per i sette convegni sul libro dell'Apocalisse

Conclusi i sette convegni sul libro dell’Apocalisse organizzati dalla chiesa Cristiana Avventista di Rieti.
Un programma che si è snodato in sette appuntamenti, dal 10 al 17 ottobre.
L’obiettivo è stato quello di scoprire qualche misteriosa predizione fra quelle che hanno anche attirato l’attenzione di non poche case cinematografiche: Harmageddon; l’Anticristo ecc. ma anche quello di capire i piani di Dio per la vita presente e futura dell’uomo, il suo aiuto per costruire una visione di vita e di speranza.
Nei primi tre incontri il relatore ha fondamentalmente sviluppato temi introduttivi:
Nel primo incontro ha voluto confermare l’intento profetico con cui il libro stesso si introduce. Nella sua stessa introduzione infatti leggiamo che questa Rivelazione (APOCALIPSIS) ci è data per farci conoscere quello che deve accadere nei tempi futuri. Lo ha fatto leggendo e commentando una delle tante “profezie” che il libro ci riserva, quella di Apocalisse 11:18 dove ca. 1900 anni orsono Giovanni, così si presenta l’autore (comunemente identificato come l’apostolo Giovanni), predisse che sarebbe arrivato un tempo in cui gli uomini sarebbero stati in grado di distruggere la terra. Un intento che nel suo tempo, dove il mondo contava meno di 100 milioni di abitanti, era difficile da immaginare.
Nel secondo incontro dopo aver brevemente introdotto i tre principali sistemi interpretativi che vanno per la maggiore, il relatore ha voluto difendere quello “storico profetico” come quello che meglio si armonizza con l’intento ed i principali capitoli del libro. È stato letto e sottolineato che il l’intento espresso del libro è di leggere in anticipo la storia che va dai tempi del Cristo e degli apostoli a quello della fine dei tempi. Questo tema della “fine dei Tempi” sarà oggetto speciale di studio nella conferenza di martedì 13 ottobre.
Nelle terza presentazione, quella di lunedì 12 ottobre, è stata presa in considerazione una delle più ribadite e studiate profezie che leggiamo non solo nell’Apocalisse, ma che fu affermata dapprima dai profeti dell’Antico Testamento (Isaia e Gioele), poi da Gesù stesso (Matteo 24:29); poi citata da Pietro nl giorno della pentecoste (Atto 2:19-21), infine ribadita con più dettagli da Giovanni nell’Apocalisse (6:12-13). Recita così: “Guardai di nuovo quando l’Agnello aprì il sesto sigillo; e si fece un gran terremoto; il sole diventò nero come un sacco di crine, e la luna diventò tutta come sangue; le stelle del cielo caddero sulla terra come quando un fico scosso da un forte vento lascia cadere i suoi fichi immaturi”
Dal quarto incontro si è entrati nel merito dei temi forti dell’Apocalisse temi che hanno non solo un posto fondamentale nel libro del nostro libro ma l’hanno in tutta la Bibbia. Nella quarta presentazione un tema centrale: il ritorno di Cristo. Dall’inizio alla fine del libro è tema fondamentale (1:7; 22:20). È enunciato in ogni sezione ed in ogni visione. È l’evento cardine e radicale per il piano della salvezza, nei progetti di Dio, per tutta la storia.
Il ritorno di Cristo è presentato come venuta di Dio, sui modi di come verrà, e sulle ragioni di perché verrà. Sarà l’evento più radicale, sconvolgente e universale, non lascerà nulla come la vediamo ora. Gesù stesso disse: “Ecco io faccio nuove tutte le cose”, sarà il compimento di tutto, (Ap 21:5-6). Nel tema generale di questi incontri: “Una finestra aperta sulla Speranza”, il messaggio del Ritorno di Cristo è senza dubbio quello che innalza di più la Speranza Cristiana.
Nella quinta presentazione il tema trattato è stato uno dei più ostici e conturbanti, un tema che già qui ora non lascia nessuno indifferente: il tema del Giudizio. L’Apocalisse afferma che tutti saranno oggetti di un giudizio, che ognuno darà ragione del suo operare. Tutti ne saranno oggetto ma non tutti nello stesso modo e con le stesse conseguenze, per alcuni il giudizio sarà apportatore di salvezza eterna (11:18), per altri sarà la proclamazione e la spiegazione della sentenza finale e dolorosa (20:11-15). Per ognuno, per l’universo e per Dio stesso sarà il tempo della verità e della conoscenza di tutti i perché.
Le nostre preoccupazioni di giustizia oggi su questo pianeta, troverà nel giudizio giusto di Dio la sua certa realizzazione. Il libro dell’Apocalisse ci illustra in modo preciso quello che è il desiderio di Dio. Fare giustizia. Non ha già Dio giudicato nel momento in cui ha salvato i credenti, ha distrutto i malvagi? La risposta è sicuramente affermativa. E’ Dio che farà il giudizio, ma nel suo grande amore per noi, che considera amici e non schiavi, Dio ci farà prendere visione di ogni suo singolo giudizio, affinché ogni dubbio possa essere dissipato e tutti possiamo riconoscere che Dio giudica con rettitudine, e questo avrà una portata cosmica.
Nella sesta serata è stato presentata la profezia di Harmageddon. Contrariamente all’immaginario umano la profezia ci presenta una guerra spirituale fra il bene ed il male che si intensificherà prima del ritorno di Cristo. Anche l’apostolo Paolo afferma che il nostro combattimento non è contro carne umano, ma contro le potestà dell’aria, con le potenze della malvagità. Essere in Cristo significa fare la giusta scelta per per non combattere da solo.
Il ciclo degli incontri “Le profezie dell’Apocalisse: una finestra aperta sulla speranza, si sono concluse con una profezia che si trova nel capitolo 11 dove l’apostolo Giovanni ci presenta un messaggio molto importante relativo alla storia del libro sacro. Infatti la Sacra Bibbia è stata vietata ai fedeli per diversi secoli, solo dopo la rivoluzione francese ed in particolare nella seconda metà del secolo scorso la Bibbia ritroverà il valore che già aveva avuto nei primi due secoli dell’era cristiana. Oggi la Parola di Dio è accessibile a tutti ed è il libro più diffuso nel mondo e le scoperte archeologiche degli ultimi decenni ne conferma la sua autenticità anche storica.
L’Apocalisse, libro ricco di simboli dalla lettura complessa, presenta la comunità cristiana che ha la fede di Gesù e osserva i comandamenti di Dio come una chiesa preregrinante e minoritaria che porta nel cuore il fuoco della speranza della venuta del Signore.
Passano secoli e millenni ma quel fuoco non si spegne e  pur vivendo in mezzo a un mondo ostile a Dio i cristiani sanno che il loro compito è quello di seguire Cristo percorrendo le sue orme e lasciandosi abbracciare dal suo amore.
E’ perfettamente inutile discutere sul presunto trionfalismo della chiesa perché chi fosse tentato di contraffare il regno di Dio credendo di instaurarlo sulla terra attraverso il potere ecclesiastico politico è destinato ad essere “vomitato” dalla bocca del Cristo risorto, finendo per perdere per sempre la pace, la beatitudine e la felicità di stare con Dio per l’Eternità.