Si apprende, con assoluta preoccupazione, del blocco totale delle assunzioni, comprese quelle già avviate, nella sanità del Lazio.
Blocco attuato con l’emanazione del decreto commissariale n° 60 e motivato dalla necessità , imposta dal Governo, di rientrare nei parametri economici imposti.
Ad oggi la Presidente Polverini non è in grado di garantire che non ci sarà anche il previsto aumento di IRPEF ed IRAP.
Ci si chiede se qualcuno dei nostri governanti abbia idea di cosa significhi far funzionare la sanità pubblica, di cui evidentemente fanno poco uso, e di quanto questo sia pericoloso per quei requisiti di qualità che un servizio pubblico dovrebbe garantire ai cittadini che pagano le tasse.
Ci si chiede come si possa parlare di deospedalizzazione quando non si prevedono investimenti per il personale che dovrebbe operare sul territorio e che è assolutamente carente.
E’ sempre più forte la sensazione che ci si trovi di fronte ad un atteggiamento assolutamente ragionieristico che non tiene conto in nessun modo delle necessità dei cittadini in un settore cosi importante.
Con questi presupposti non si può parlare di razionalizzazione della Sanità ma occorre dire che si sta procedendo ad uno smantellamento della Sanità pubblica con buona pace di quei cittadini che al privato non possono accedere.
La presidente Polverini seguendo copioni già letti scarica responsabilità su precedenti gestioni, ed in parte è comprensibile, ma ci si aspettava da lei che aprisse una vertenza con il Governo e non che si limitasse ad eseguire gli ordini ricevuti.
Se cosi doveva essere tanto valeva commissariare
Appare evidente che quanto previsto annulla di fatto le premesse di riorganizzazione del decreto 48 che oggi appare solo come un taglio indiscriminato che colpirà soprattutto le zone periferiche.